“Basta con l’approssimazione in sanità”
21 Novembre 2018In merito alle assunzioni e rinnovi all’Asl Salerno e all’Azienda Ruggi, il duro monito dei sindacati di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl: “Oramai la carenza di personale impone scelte immediate e non più procrastinabili.
Sul piede di guerra i sindacati confederali salernitani che sottolineano l’impossibilità di continuare ad erogare prestazioni con carenze di organico così gravi.
I segretari provinciali – Pasquale Addesso della Cgil Fp, Pietro Antonacchio della Cisl Fp e Lorenzo Conte della Uil Fpl – sono concordi: “I manager delle aziende sanitarie salernitane hanno l’obbligo di dare una forte accelerazione ai reclutamenti. In tal senso abbiamo inoltrato richieste di affrontare i problemi da subito, anche in considerazione che l’attuale stato di cose è differenziato tra Asl e Azienda Universitaria.
La prima ha avviato processi di mobilità intra ed extra regionale per infermieri e operatori socio sanitari, avviando iniziative che, allo stato, sono enormemente rallentate dalle mancate autorizzazioni da parte delle aziende di provenienza degli operatori; la seconda invece non ha ancora provveduto a prorogare i contratti a tempo determinato in scadenza il 31 dicembre prossimo, nonostante si prevede che centinaia di persone alla fine dell’anno saranno messi in quiescenza.
Il paradosso è che nell’Azienda ospedaliera questi operatori sono costretti a usufruire delle ferie, senza una chiara disposizione da parte della direzione strategica, per cui si aggrava la carenza di personale, mettendo a rischio ulteriormente la qualità e la quantità delle prestazioni.
Con le note inoltrate in questi giorni, abbiamo sollecitato a prorogare i contratti, a reclutare a tempo determinato nelle more dell’adeguamento degli organici al fabbisogno assistenziale, ad autorizzare lo sblocco delle istanze pervenute a tutela della maternità e paternità ma soprattutto a dare un segnale di contro tendenza rispetto alle modalità messe in campo fino ad ora di totale assunzione di responsabilità su processi troppo importanti per garantire i livelli essenziali di assistenza e la qualità delle prestazioni.”