Benevento, l’acqua che esce dai rubinetti non è inquinata
20 Aprile 2019“Dopo precisi e stringenti accertamenti possiamo attestare che la risorsa idrica distribuita dalla Gesesa è conforme alla normativa vigente sulla potabilità”.
“In relazione al dibattito sulla qualità delle acque fornite da Gesesa, mi preme intervenire per fornire alcuni elementi oggettivi che, oltre a chiarire aspetti tecnici, possono offrire elementi di chiarezza a tutti i cittadini”. L’amministratore delegato di Gesesa, Vittorio Cuciniello, prende posizione con una lunga nota rispetto alle discussioni, ai timori degli ultimi giorni, sulla qualità dell’acqua.
L’intento – neanche a dirlo – è quello di mettere ordine sulla qualità dell’acqua erogata e la presenza di tetracloroetilene. “Va detto, innanzitutto, che Gesesa – prosegue Cuciniello – effettua numerosi controlli per una verifica continua della qualità dell’acqua erogata, in conformità alle norme dispone e invia piani di autocontrollo all’Asl. Ai controlli effettuati dalla Gesesa sulle fonti, i pozzi, le sorgenti e l’acqua immessa in rete, si aggiungono le attività di controllo e di vigilanza degli Enti competenti (Asl e Arpac).
La costante attività di monitoraggio qualitativo delle acque, sia essa di Gesesa che degli enti di controllo, è finalizzata alla tutela della salute pubblica. La vigilanza avviene attraverso diverse fasi: l’ispezione, per verificare i requisiti igienico-sanitari degli impianti di captazione, di trattamento, di accumulo e di distribuzione; l’esecuzione di campionamenti e prelievi; la valutazione dei risultati analitici. Solo dopo precisi e stringenti accertamenti possiamo attestare che la risorsa idrica distribuita dalla Gesesa è conforme alla normativa vigente sulla potabilità dell’acqua. A tal proposito, è opportuno ricordare che le norme che disciplinano i solventi clorurati in Italia sono diverse e le concentrazioni ammissibili variano a seconda della finalità perseguita dalla normativa.
Le acque potabili, destinate al consumo umano sono regolamentate dal D.Lgs. 31/01: la norma stabilisce che la somma di tetracloroetilene e tricloroetilene, forniti attraverso una rete di distribuzione, nel punto in cui questi fuoriescono dai rubinetti utilizzati per il consumo umano, non possa superare i 10 microgrammi/litro. Tale concentrazione è stata stabilita in base al principio di precauzione ed è circa 100 volte inferiore alle quantità necessaria a produrre effetti tossici sull’organismo umano.
Tali parametri sono tutti, sempre, ampiamente, rispettati dall’acqua fornita da Gesesa! La presenza di solventi clorurati nelle matrici ambientali, invece, è regolamentata dal D.Lgs. 152/06. Quest’ultima normativa si occupa di definire i livelli accettabili nei terreni e nelle acque sotterranee: in caso di superamento di tali valori, ferma restando l’assoluta potabilità e salubrità dell’acqua destinata al consumo umano, devono essere intrapresi interventi di bonifica. È giusto ricordare che, negli ultimi anni, le analisi di controllo dei laboratori incaricati da Gesesa non hanno mai rilevato valori di concentrazione del tetracloroetilene – tricloroetilene superiori alla soglia di 1.1 microgrammi/litro (fissato dal D. Lgs. 152/06 parte IV allegato 5 del Titolo V).
Solo nelle ultime settimane sono stati, invece, segnalati superamenti minimi dei parametri e Gesesa, a sua volta, appena registrati gli sforamenti anche nelle sue analisi, ha prontamente comunicato agli enti di competenza tali risultati, offrendo la massima collaborazione a tutte le autorità competenti, nonché alla ditta incaricata dal Comune di eseguire indagini. Gesesa ha, inoltre, avviato indagini strumentali per valutare la soglia di contaminazione al fine di pianificare una possibile bonifica della sorgente.
Al momento, non è stato possibile individuare un soggetto responsabile e, pertanto, risultano più complesse le attività di caratterizzazione della sorgente di contaminazione. Gli interventi di bonifica, ove mai si rendessero necessari, dovranno essere attuati dagli enti competenti, secondo il procedimento previsto dall’art. 250 del Testo Unico Ambientale (D.Lgs 152/06). Ad oggi, è bene ribadirlo, possiamo confermare che l’acqua del rubinetto di casa possiede tutte le caratteristiche organolettiche e microbiologiche necessarie per essere considerata potabile, buona e limpida. Ne abbiamo la certezza perché, diversamente da quella imbottigliata, l’acqua viene certificata più volte nel corso dell’anno. Asl e Gesesa effettuano controlli periodici e sottopongono l’acqua ad analisi su decine di parametri, decisamente più numerosi di quanto previsto per le acque minerali. Va sottolineato, inoltre, il significativo risparmio per l’utente che paga un litro di acqua in bottiglia di plastica almeno 100 volte in più rispetto ad un litro di acqua erogata dal rubinetto.
Come spiegato in tutti i tavoli tecnici, una volta registrato l’allarme, non solo abbiamo svolto tutte le attività programmate, ma abbiamo incrementato la frequenza delle analisi, verificato l’integrità delle fognature nell’area di interesse, predisposto e trasmesso l’elenco dei proprietari delle particelle che ricadono nelle aree di salvaguardia e monitorato gli scarichi fognari di tutte le attività ricadenti nelle suddette aree.
Tale monitoraggio non ha fatto rilevare al momento alcuna criticità! Abbiamo affrontato con tutti gli strumenti a disposizione, anche l’apprensione generata dai continui allarmi incrementando l’informazione, corretta e trasparente, ai cittadini-utenti. Riteniamo fondamentale spiegare ai diretti interessati che la potabilità dell’acqua non è assolutamente in discussione! I pozzi di Campo Mazzone e località Pezzapiana, realizzati diversi decenni orsono, forniscono da anni una risorsa che rispetta i parametri del D.Lgs. 31/2001 – come certificato da tutti gli Enti tra cui ASL ed Arpac. Allo stesso modo sono rispettati i parametri del D. Lgs. 30/2009 relativi al chimismo delle falde profonde utilizzate a scopo idropotabile che restituiscono una risorsa in “buono stato chimico”.
È complicato fronteggiare il dubbio disseminato tra gli utenti ed instillato, nel tempo, su un tema tanto impattante: ma tant’è, l’acqua fornita da Gesesa risponde a tutti i requisiti di legge, i parametri per la sua potabilità sono ampiamente rispettati e certificati dalle autorità sanitarie competenti, inoltre, la risorsa idrica fornita è centinaia di volte migliore e più economica di quella venduta in bottiglia.
Per un miglioramento costante della qualità e continuità della fornitura, Gesesa ha anche predisposto richieste per l’aumento delle portate dal Biferno, sollecitando la Regione, competente in materia. Una maggior portata, resa disponibile nelle modalità utili alla messa in esercizio, non v’è dubbio che sarebbe utilizzata per prevenire il rischio di una crisi idrica nelle zone alimentate dai pozzi, se private di quella risorsa strategica, che, è bene ribadirlo ancora un volta, risulta tuttora potabile e di ottima qualità”.