Biologia Positiva & Salutogenesi
27 Agosto 2023Salutogenesi è tutto ciò che crea salute, ovvero tutto ciò che permette alle persone, anche in situazioni di forte avversità (un trauma, una malattia cronica, la disabilità, precarie condizioni socioeconomiche, ecc), di compiere scelte consapevoli di salute, utilizzando tutte le risorse (interne ed esterne) di resilienza e capacità pro-attiva. Il termine Salutogenesi è formato dalla parola latina salus, salutis = salute, e dalla parola greca genesi = origine, inizio, derivazione. Secondo questo nuovo approccio la domanda fondamentale non è più: «Quali sono le cause della malattia, e come si possono prevenire?» Bensì: «Quali sono i meccanismi molecolari alla base della salute, e come possiamo mantenerla?».
Il padre indiscusso dell’approccio salutogenico è Aaron Antonovsky (1923-1994), tuttavia è solo nel 2012 che, con l’Editoriale di Colin Farrelly, nasce la Medicina della Salute e la Biologia Positiva. L’Autore si chiede se stanziare enormi quantità di danaro in ricerca di base/applicata, per la comprensione delle cause delle malattie al fine di trovare nuove cure e terapie, sia il modo più efficace per la salute e il benessere umano. Questa parte della ricerca medica potrebbe essere definita “biologia negativa” o della “malattia”: Sarebbe altrettanto utile ed efficace concentrare invece gli sforzi sulla biologia positiva: studiare e ricercare i meccanismi molecolari che consentono ad alcuni longevi e centenari (fenotipi positivi) di vivere più di un secolo senza mai soffrire delle malattie croniche che affliggono la maggior parte degli esseri umani nella loro vita. Se riuscissimo a copiarne le modalità, non sarebbe questa la rivoluzione in tema di Salute Pubblica?
Il paradigma della biologia positiva si basa dunque sulla consapevolezza che l’aspettativa di vita, resistenza alle malattie o altre capacità, sia conseguenza di meticolosi meccanismi biologici e che individuati possono essere copiati ed aiutare tutti a migliorare il proprio stato di salute.
In effetti, la biologia negativa ha fatto progressi significativi per prevenire e curare le malattie croniche, ma il concentrarsi solo sulla patologia ha fatto sì che altre potenziali strade per la ricerca siano state trascurate. Dal 2012 finalmente molti ricercatori stanno investendo in questo campo. Ad esempio si sta studiando un farmaco che imiti in modo sicuro gli effetti della restrizione calorica, che potrebbe ritardare la maggior parte delle malattie e dei disturbi legati all’invecchiamento. Richard Miller, professore di patologia all’Università del Michigan, USA, studia la genetica dell’invecchiamento nei topi; David Sinclair dell’Università di Harvard, USA, ha scoperto che il composto vegetale resveratrolo, che si trova nella buccia dell’uva, può modulare il processo di invecchiamento; Avshalom Caspi e colleghi hanno scoperto che gli individui con una o due copie dell’allele corto del promotore del recettore della serotonina 5-HTT sperimentano più sintomi depressivi, depressione diagnosticabile e pensieri suicidi in risposta a eventi stressanti rispetto agli individui omozigoti per questo recettore e così via.
Oggi la Biologia Positiva o Saluto-Genesi non è più un modello Empirico: essa costituisce una Scienza indipendente al pari delle altre discipline “Omiche”. Esse utilizzano tecnologie di analisi che consentono la produzione di informazioni, (in numero molto elevato e nello stesso intervallo di tempo), utili per la descrizione e l’interpretazione del sistema biologico. Risulta così possibile esplorare e “fotografare” con precisione lo stato di salute metabolica delle nostre cellule (metaboloma) e nella maggior parte dei casi, intervenire per riparare errori metabolici, prima ancora che la malattia compaia. Ad esempio potremmo liberare le cellule dai veleni che ne modificano la funzione metabolica ed integrare vitamine, aminoacidi e minerali in modo specifico e per il tempo necessario (Medicina Personalizzata). Il trattamento è personalizzato e modulato in base alle carenze, alle disfunzioni e agli squilibri biochimici individuati, con l’obiettivo di ricostituire le carenze e ripristinare il normale equilibrio biochimico dell’organismo. Le terapie farmacologiche possono essere continuate – se già in corso – o prescritte ex-novo quando si dimostrano necessarie o di maggior beneficio alla luce delle evidenze scientifiche più aggiornate.
Nel prossimo numero vi svelerò come fare un check-up salutogenetico.
Buona Vita a tutti