Caldo killer: conseguenze e rimedi
28 Luglio 2022Continua il caldo estremo in Italia, con intense ondate di calore in arrivo direttamente dal cuore del continente africano e temperature da record. Fiammate di caldo che mettono a rischio la salute, soprattutto delle persone più fragili, come anziani, bambini, malati cronici, persone che assumono farmaci, persone sole e in condizioni di marginalità sociale.
Le conseguenze
A livello globale, i cambiamenti climatici sono una delle principali minacce alla salute umana del nostro secolo: la mortalità cresce dell’1-4% per ogni aumento di 1 grado nella temperatura media della superficie terrestre. Essa è già aumentata di circa 0,74 gradi negli ultimi 100 anni. E la previsione statistica è di un incremento dai 2,3 ai 4,9 gradi per la fine di questo secolo. Con 3 gradi in più di temperatura, si attendono 86.000 morti in eccesso rispetto alla media annuale. L’accordo di Parigi sul clima, siglato nel dicembre 2015 da 195 Paesi, ha come obiettivo quello di contenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi centigradi entro fine secolo, scongiurando il tanto temuto punto di non ritorno, considerato un aumento di 2 gradi, una soglia che causerebbe siccità, inondazioni per aumento del livello del mare, aumento di malattie e morte. Per ottenere tale obiettivo bisognerebbe ridurre al massimo le emissioni serra attraverso l’abbandono graduale dei combustibili fossili come il carbone.
A livello individuale, i rischi sono: colpo di calore, esaurimento da calore, disidratazione acuta con danno di tutti gli organi.
Il colpo di calore interviene se il corpo non riesce a mantenere la sua omeostasi smaltendo l’eccesso di caldo assorbito dall’esterno. E’ più frequente se c’è un alto tasso di umidità che ostacola la sudorazione. I segnali del colpo di calore sono mal di testa, vertigini, stordimento, debolezza, malessere, senso di mancamento, nausea, vomito, pelle secca, calda e arrossata, respiro rapido e superficiale, urine contratte, febbre, irritabilità, ansia, sonnolenza, confusione, crampi muscolari e, nei casi più gravi, perdita di coscienza, collasso cardio-circolatorio, delirio, convulsioni. Il colpo di calore può causare edema cerebrale e disfunzione multiorganica e multisistemica, fino al coma. In caso di colpo di calore: far sdraiare la persona con le gambe sollevate; portarla in un ambiente ombreggiato e fresco, meglio se provvisto di condizionatore o ventilatore; quindi procedere alle manovre di raffreddamento, il cosiddetto “cooling”, per circa 20 minuti: immergere il corpo in una vasca con acqua a temperatura ambiente o avvolgerlo in panni umidi o spruzzare acqua o applicare sulla cute un asciugamano bagnato o compresse di ghiaccio o bottiglie fredde, da posizionare in zone strategiche come l’inguine, le ascelle, i due lati del collo e il capo; se cosciente, far bere acqua, non fredda.
L’esaurimento da calore è invece una sintomatologia meno acuta, più cronica, dovuta allo stress per l’organismo di adattarsi al calore, e si manifesta con cefalea persistente, spossatezza, nausea, talora vomito e diarrea, disidratazione, febbre, apatia, torpore. Si verifica soprattutto se le temperature aumentano di molti gradi da un giorno all’altro, mente il corpo avrebbe bisogno di un adattamento graduale.
La disidratazione è la conseguenza più grave e rischiosa per la vita. L’anidrosi (cessazione della sudorazione) e l’anuria (blocco della diuresi) sono campanelli di allarme della disidratazione. Un anziano disidratato può andare incontro ad un abbassamento della pressione alzandosi in piedi (ipotensione ortostatica) che lo mette a rischio di caduta e di fratture. Le persone con ipertensione arteriosa in trattamento farmacologico possono andare incontro a significative variazioni dei valori pressori, in alto o in basso, a seconda del clima e della località di vacanza (montagna, mare). Per chi soffre di malattie cardio-vascolari, le alte temperature causano vasodilatazione e disidratazione che sovraccaricano il cuore fino all’arresto cardiaco improvviso. Nelle persone con problemi renali la disidratazione può provocare una riduzione del volume plasmatico con rischio di peggioramento dell’insufficienza renale. Nelle persone con diabete la disidratazione può provocare un aumento anche marcato della glicemia. L’iperglicemia a sua volta può ulteriormente favorire la disidratazione, facendo perdere liquidi attraverso le urine. Il caldo spesso peggiora anche i sintomi di malattie autoimmunitarie come sclerosi multipla, lupus, artrite reumatoide, respiratorie come BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e fibrosi polmonare, e può scatenare attacchi di cefalea ed epilessia in chi ne soffre.
Prevenzione
Corrette abitudini comportamentali e misure di prevenzione possono ridurre notevolmente le conseguenze nocive dell’esposizione alle alte temperature. Ecco il decalogo per difendersi dall’eccesso di caldo ambientale:
1) Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata: evitare in particolare di sostare all’aria aperta nella fascia oraria dalle 11.00 alle 18.00 circa.
2) Indossare un abbigliamento adeguato con abiti leggeri, non aderenti, di colore chiaro, traspiranti e di fibre naturali (lino, cotone, viscosa); facilitano la dispersione del calore e contribuiscono a mantenere un’adeguata temperatura corporea. Nelle ore più calde, proteggersi con un cappello con visiera, di colore chiaro, occhiali da sole, creme solari ad alto fattore protettivo sulla cute scoperta.
3) Rinfrescare l’ambiente: non sostare in aree surriscaldate; schermare le finestre esposte al sole utilizzando tapparelle, persiane e tende, che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria; chiudere le imposte durante il giorno e aprirle durante le ore più fresche (la sera e la notte); utilizzare l’aria condizionata con la funzione di deumidificazione, regolando la temperatura tra i 24 e i 26 gradi centigradi, evitando livelli troppo bassi rispetto all’esterno per garantire il benessere ma senza bruschi sbalzi termici; non sono ideali i ventilatori meccanici, che accelerano il movimento dell’aria, ma non abbassano la temperatura ambientale, per cui non evitano il surriscaldamento del corpo (non sono adatti se la temperatura supera i 32 gradi).
4) Ridurre la temperatura corporea: frequenti bagni e docce con acqua tiepida; rinfrescarsi spesso viso e braccia con acqua fresca; porre un panno bagnato sul capo, in particolare sulla nuca.
5) Ridurre il livello di attività fisica: nelle ore più calde della giornata o al chiuso, in ambienti non ventilati o privi di aria condizionata, evitare di praticare attività fisica intensa o lavori pesanti. Meglio esercitarsi nelle prime ore del mattino o dopo il tramonto. Inoltre, bisogna rimanere idratati reintegrando le perdite di acqua ed elettroliti prima, durante e dopo l’esercizio. Evitare bevande contenenti caffeina o alcol.
6) Bere con regolarità durante tutto il giorno (sorseggiando acqua, tè o tisane, succhi di frutta e centrifughe fresche), cercando di arrivare in media per un adulto a 1,5-2,5 litri di liquidi al giorno (se non ci sono patologie che lo controindichino, come insufficienza renale o cardiaca), senza aspettare di sentire sete. Evitare alcolici, bevande gassate, zuccherate, troppo fredde. Spia dello stato di idratazione sono le urine: se sono scarse e scure (‘cariche’) si è disidratati.
7) Consumare cibi leggeri, digeribili, ad alto contenuto di acqua (frutta e verdura). Moderare il consumo di alimenti ricchi di grassi e con cotture elaborate che ‘sequestrano’ il flusso sanguigno a livello dell’apparato digestivo aumentando il rischio di ipotensione e malessere. Attenzione alla conservazione degli alimenti ed evitare di lasciarli all’aperto al caldo per più di 2 ore.
8) Auto: prima di salire, aprire gli sportelli e arieggiare; controllare che l’abitacolo e i sedili non siano surriscaldati; durante il viaggio tenere finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione regolando la temperatura su valori di circa 5 gradi inferiori a quella esterna, evitando di orientare le bocchette della climatizzazione direttamente sui passeggeri.
9) Farmaci: conservarli correttamente, lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta, in frigorifero quelli per i quali è prevista una temperatura di conservazione non superiore ai 25-30 gradi centigradi. I dosaggi di alcuni farmaci vanno rimodulati, es. gli anti-ipertensivi e i diuretici vanno somministrati a regime ridotto.
10) Attenzione particolare alle persone a rischio.
Carlo Alfaro, pediatra, dirigente ospedaliero*