Califano in corsa per il rettorato federiciano
8 Novembre 2019Una carriera tutta spesa all’interno della storica Università napoletano conseguendo traguardi prestigiosi ed ora la corsa per l’incarico di vertice nell’Ateneo.
Nel nuovo delicato ruolo di “aspirante rettore” dell’Ateneo Federiciano le giornate di Luigi Califano sono diventate interminabili. Il tempo di chiudere il cellulare ed ecco nuovi squilli per altre telefonate, un tran – tran di impegni che dalle sette di mattina lo vedono in piena attività. Un super allenamento in vista della delicata tornata elettorale.
Professore Califano, come vive quest’esperienza?
“Bene, benissimo. Sapevo che mettendomi in corsa per la nomina a rettore dell’Ateneo gli impegni sarebbe aumentati in maniera incredibile. Ma le sfide mi piacciono. Lavoro nel Policlinico Federiciano dal 1984 e, passo dopo passo, ho centrato diversi obiettivi. Cominciai da gettonato, poi da ricercatore, da docente associato a professore ordinario”.
A quanto pare è andato molto più avanti. Occupa gli spazi della presidenza dell’ex Facoltà di medicina e chirurgia, locali che hanno ospitato scienziati e medici illustri fra i quali Giuseppe Zannini, Gaetano Salvatore, Guido Rossi, Armido Rubino, il chirurgo Giovanni Persico.
“Da cinque anni e mezzo sono presidente della Scuola di medicina che comprende sette dipartimenti universitari. Si tratta di una carica estremamente delicata per la molteplicità di responsabilità che prevede. Nell’ambito della didattica, della ricerca e dell’assistenza. Inoltre il presidente di una scuola partecipa ai lavori del Senato Accademico occasione unica per metabolizzare le problematiche di carattere generale proprie della vita dell’ateneo. Un impegno, quello di presidente della scuola di medicina, che mi ha permesso di collaborare col rettore Gaetano Manfredi e di stringere con lui anche un solido sodalizio umano. E di collaborare con colleghi di tutte le aree disciplinari dell’ateneo. Sono stato, in passato, vicedirettore del dipartimento di neuroscienze. Attualmente dirigo quello assistenziale di testa – collo”.
Torniamo al suo ruolo di aspirante – rettore. Tutto sarebbe cominciato con una lettera ai colleghi di Ateneo.
“No, non è così. Per prima cosa ho parlato della mia idea col rettore Manfredi. Gli ho chiarito che alla mia età – sessant’anni – da candidato avrei partecipato con entusiasmo alla selezione per il rettorato. Dopo la mia chiacchierata con il rettore Manfredi ho comunicato la mia intenzione a tutto l’ateneo”.
Professore Califano, quando si vota?
Di solito in primavera avanzata. Diciamo che l’Ateneo Federico II prima dell’estate dovrebbe avere scelto il nuovo rettore”.
Lei cosa propone? Seguirà la linea Manfredi o sceglierà strade diverse?
“Il rettore Manfredi – a mio avviso – ha operato benissimo. L’Ateneo durante la sua gestione è cresciuto moltissimo ed è aumentato il rapporto tra le entrate e le spese per il personale. Il rettore ha avviato e portato avanti operazioni importanti come la realizzazione dell’insediamento universitario nell’ ex Cirio di San Giovanni a Teduccio. Cosa farò”?
Ci aiuti a capire.
“Come prima cosa ci sarà un’attenzione costante sui conti dell’Ateneo. Fra le iniziative da portare avanti c’è, nella scia di Manfredi, il miglioramento ulteriore degli indicatori: i finanziamenti degli Atenei dipendono direttamente dagli indicatori della ricerca scientifica internazionale. Contemporaneamente dobbiamo occuparci degli studenti. Gli studenti devono avere strutture adeguate in tutti i Dipartimenti mettendo a loro disposizione anche delle <residenze> come avviene in tanti altri atenei in tutto il mondo”.
Professore Luigi Califano, parla di un Ateneo in crescita internazionale?
“Sicuramente. Intendo dare impulso allo sviluppo del processo di internazionalizzazione. Inoltre intendo potenziare il digitale, ci sono servizi da rendere più operativi per docenti e studenti, immagino un ufficio che gestisca esclusivamente i rapporti con Bruxelles. Sul piano organizzativo penso che sia necessario procedere a una semplificazione dei regolamenti e delle norme”.
L’aspettano mesi e mesi di lavoro per guadagnare consensi.
“Si, lo so bene anche se sto ricevendo riscontri di grande entusiasmo, attestati trasversali in tutto l’Ateneo. Da tempo ho cominciato a visitare i singoli dipartimenti, con un’operazione di ascolto e conoscenza dei colleghi e delle problematiche da affrontare e risolvere. Poiché è mia intenzione guidare da rettore l’Ateneo Federiciano nei prossimi anni, per farlo è necessario conoscere i colleghi di tutti i dipartimenti, capire quali sono i problemi che essi vivono più intensamente, le loro esigenze, le loro aspirazioni. E poi occorrono stima e rispetto del personale amministrativo che lavora con noi docenti e con gli studenti”.