Cambiamenti climatici e salute
28 Gennaio 2020All’Istituto superiore di sanità per discutere della stretta relazione fra ambiente e benessere psicofisico. Una connessione resa ancora più stretta dai mutamenti del clima.
Ambiente sano e “corpore sano”. Ovvero, clima e salute, un binomio ormai indissolubile. Se ne discute all’Istituto superiore di Sanità in occasione di una tavola rotonda dedicata alla riflessione sul rapporto The Lancet Countdow on Health and Climate Change pubblicata su The Lancet, frutto della collaborazione tra 120 esperti di 35 istituzioni di tutto il mondo – tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la Banca Mondiale, il University College di Londra e l’Università di Tsinghua – che ha analizzato 41 indicatori chiave, suggerendo quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Il nostro Paese, secondo Lancet tra i primi posti in Europa e undicesima nel mondo, per mortalità da polveri sottili, è anche un laboratorio straordinario, grazie alla sua posizione geografica e all’estrema eterogeneità meteo-climatica, per poter studiare e mettere a punto strategie e azioni capaci di mitigare e contrastare i cambiamenti climatici.
“Questo incontro è stato voluto per sottolineare l’impegno dell’Istituto sul tema dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute – dichiara Silvio Brusaferro, Presidente dell’Iss – un tema che per l’Istituto ha un valore assolutamente strategico. Costruire un futuro sostenibile deve essere per tutti un impegno imprescindibile perché la nostra salute e soprattutto quella delle generazioni future passa attraverso la salute del pianeta. Stiamo lavorando perché anche l’Istituto possa testimoniare al più presto un modello di sostenibilità nell’organizzazione e attraverso le buone pratiche. Tutte le Istituzioni, ma anche i cittadini sono chiamati a un’inversione di marcia nelle politiche e nei comportamenti individuali. Insieme, riscrivere il profilo italiano di Lancet Countdown è possibile. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.
“La salute umana e la salute del pianeta sono strettamente connesse – sottolinea anche Paolo Vineis, docente di epidemiologia ambientale dell’Imperial College of London – Vanno perciò incentivati gli interventi in settori come i trasporti, la produzione di energia pulita o l’alimentazione, che migliorano la salute dei cittadini e che contribuiscono di pari passo in modo sostanziale alla mitigazione del cambiamento climatico”.
In tutto il Sud Europa, Italia inclusa, i cambiamenti climatici stanno causando un aumento degli eventi meteorologici estremi: ondate di calore, piogge intense, allagamenti costieri, siccità e rischio incendi, insieme ad una espansione di nuove specie di vettori di malattia.
“Stiamo lavorando, tuttavia, perché tutto questo non ci trovi impreparati – va avanti Brusaferro – L’Italia, attraverso il Ssn, sta già affrontando le nuove domande di salute conseguenti agli effetti del climate change, come ad esempio con il piano di prevenzione sul caldo, con la formazione del personale e con una informazione che renda il cittadino consapevole ed attento nell’affrontare le nuove sfide. In questo contesto l’Iss fa la sua parte, mettendo a servizio della collettività le sue competenze nel ricercare le evidenze scientifiche, nel monitorare i fenomeni, nel suggerire approcci sicuri e idonei a contrastare i numerosi rischi per la salute connessi ai cambiamenti climatici (dalle malattie infettive a quelle mentali, dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico e non alla sicurezza alimentare) e, non ultimo, nel cercare di incrementare le capacità di adattamento dell’organismo”.