Campania, ci risiamo con le interruzioni assistenziali
17 Ottobre 2021Lo stop erogativo che, ancora una volta caratterizzerà gli ultimi mesi dell’anno in Regione Campania e che costringerà migliaia di pazienti a rimandare le prestazioni di specialistica ambulatoriale, a rinunciare alle cure o a pagare di tasca propria è diventata ormai la malattia cronica del nostro sistema sanitario regionale.
Il problema principale che causa l’interruzione delle prestazioni è strutturale e riguarda l’incapacità o la non volontà da parte della Regione Campania di un’analisi approfondita per l’adozione di un fabbisogno prestazionale, e del relativo budget, in grado di garantire la continuità assistenziale e di cura a migliaia di malati cronici.
In un periodo storico così difficile, come quello che stiamo vivendo, è ormai inaccettabile che il sistema non trovi il giusto finanziamento in grado di abbattere le liste di attesa e di offrire le prestazioni necessarie per la salute e il benessere dei cittadini. Il sistema oggi in piedi genera disuguaglianze profonde dal punto di vista sociale, venendo meno ai principi fondativi del nostro SSN, ovvero l’uguaglianza e l’ equità e la gratuità delle cure.
Sono fermamente convinto che il problema sia il paradigma adottato dalla Regione Campania che guarda ancora alla salute come una voce di costo e non come un investimento sulla propria popolazione e come uno strumento di creazione di salute e benessere, elementi necessari anche alla produttività dell’intero sistema.
Il Covid ci ha insegnato che gli errori in sanità si pagano, non possiamo continuare in questo errore di valutazione e di strutturazione del sistema, altrimenti le conseguenze per la salute collettiva dei campani non saranno quantificabili né in termini di aggravio di spesa futura né in termini di malessere generale della popolazione.
La Regione Campania deve adottare un sistema di calcolo del fabbisogno in grado di dare piena soddisfazione alle richieste di salute di tutti e stabilirne il giusto finanziamento.
È così che si fa seriamente salute, altrimenti si resta nel campo dei tentativi e nella logica di risparmio lineare che non ha portato alcun vantaggio nei decenni precedenti e ha causato in netto decremento delle aspettative di vita dei nostri cittadini, inferiori di quasi 5 anni rispetto alla media nazionale.
Vogliamo continuare a giocare sulla salute? Chi saranno i vincitori di questo gioco? A mio parere ne usciremo tutti perdenti.
*Segretario regionale CittadinanzAttiva-Tribunale del malato