Campania e la rete dell’ictus che non c’è (prima parte)
2 Aprile 2019Sono circa 13mila in Campania i pazienti colpiti da ictus cerebrale. Di questi circa 9mila hanno un ictus ischemico, altre 3mila persone hanno ictus emorragici.
Il Cardarelli ha rimpiazzato l’ospedale civile di Benevento uscito al momento dalla purtroppo ancora fantomatica rete delle stroke unit (centri dedicati alla cura dei pazienti colpiti da ictus cerebrale). Ma la nostra Regione, dopo anni e anni di promesse e di attese non rispettate, si conferma la peggiore d’Italia. Siamo all’ultimo posto nella graduatoria nazionale delle stroke unit perché a quella del Cardarelli si aggiunge solo quella del Ruggi di Salerno; ma siamo maglia nera anche in termini di mortalità perché superiamo ancora il 10-12 per cento che si registra nelle altre Regioni.
Memoria storica della onlus Alice, nata in Campania nel 2000, e presidente onorario dell’associazione di volontariato, Giuseppe Russo elogia i colleghi che nel 2018 hanno invertito – sia pur in misura minima – un trend negativo per gli ictus emorragici: “È stato l’anno in cui nelle strutture sanitarie campane sono stati garantiti quasi trecento trattamenti trombolitici. Guardiamo il bicchiere che si riempie e auguriamoci che le Aziende sanitarie e ospedaliere, insieme con la Regione, diano una mano a migliaia di persone che rischiano un ictus cerebrale”.
Arriva di giorno o di notte, mentre si riposa, si passeggia o si è al lavoro. E colpisce sempre senza preavviso. Ma un’attenta prevenzione potrebbe bloccare un terribile nemico del nostro organismo: l’ictus cerebrale, statistiche alla mano, fa più vittime di un infarto. E soprattutto, anche se curato con tempestività, lascia dei segni che modificano la vita del paziente e del suo ambito familiare. Che fare, quali indicazioni seguire?
“Il fumo è sicuramente una componente importante che andrebbe eliminata per le conseguenze che ha sui polmoni e su tutto l’apparato circolatorio. Ma dovrebbero rispettare i suggerimenti del proprio medico di famiglia tutte le persone con malattie croniche – spiega Giuseppe Russo – perché chi soffre di ipertensione almeno una volta l’anno deve sottoporsi a controllo cardiologico. Diabete e ipercolesterolemia vanno controllati con alimentazioni sane e con il necessario aiuto farmacologico che deve essere costante nel rispetto delle indicazioni del medico. Periodicamente sarebbe opportuno uno screening carotideo e quello della fibrillazione atriale”. (Continua…)