Campania, ecco la rete dell’oncofertilità
21 Marzo 2019Il progetto, mira ad offrire a pazienti oncologici all’apparato genitale la possibilità di preservare la propria fertilità attraverso la crioconservazione di spermatozoi e ovociti.
“Si tratta di uomini e donne – spiega il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca – che fino a oggi non avevano alcuna garanzia di fertilità dopo le cure di radioterapia e chemioterapia e che da oggi possono invece tornare ad una vita normale senza dover rinunciare all’esperienza della maternità o della paternità”.
Per la conservazione dei gameti sono stati attivati due centri col ruolo di Hub, uno alla Federico II di Napoli, l’altro al Moscati di Avellino i cui vertici e responsabili del progetto erano presenti alla conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia. L’iniziativa prevede l’elaborazione di specifici percorsi diagnostico-terapeutici Pdta. I due hub saranno operativi H 24 per 365 giorni all’anno, con presa in carico entro 72 ore per counseling multidisciplinare. I pazienti oncologici, sia donne che uomini, potranno usufruire delle più attuali e validate strategie di preservazione della fertilità. La rete che coinvolge anche i centri Spoke di regioni limitrofe si avvale di una piattaforma informatica eClinical messa a punto per la raccolta dei dati clinici, un software integrato con la piattaforma già esistente Oncotech/Gim, un caso unico in Italia, rivolto a tutti i centri oncologici regionali per consulenze e discussioni.
“E’ una scelta di grande civiltà – dice il governatore – che riguarda migliaia di donne e uomini con questo problema e che insieme alla recente istituzione della rete per la procreazione medicalmente assistita colloca oggi la Regione Campania all’avanguardia in Italia”.
I dati dicono che sono 3600 i pazienti sottoposti a counseling, 2800 i casi in cui è stata effettuata una protezione farmacologica delle ovaie prima della chemio-radio-terapia, 221 le donne sottoposte a crioconservazione degli ovociti, 1610 gli uomini che hanno congelato il liquido seminale, 32 le donne in cui è stato effettuato un congelamento di tessuto ovarico, 900 le pazienti sottoposte a trattamento laser a CO2 frazionato per l’atrofia vulvo vaginale indotta dalle terapie oncologiche, 14 le gravidanze dopo il termine di trattamenti oncologici.
“Siamo molto orgogliosi di questa iniziativa – spiega Giuseppe De Placido, direttore Dai Materno Infantile, responsabile del progetto – perché interessa soprattutto i pazienti oncologici giovani. Ringraziamo il presidente De Luca, che solo un mese fa aveva già presentato il decreto regionale per la procreazione medicalmente assistita. E oggi presentiamo un altro progetto che va in direzione dei giovani”.
“Un progetto rivolto al futuro e alle giovani generazioni”, concorda Giulia Scaravelli, dell’Istituto Superiore di Sanità. Mentre per Vincenzo Viggiani, direttore generale Aou Federico II di Napoli, “è motivo di soddisfazione sentire che la Campania è un esempio per l’Italia. Siamo preoccupati perché questo è un progetto finanziato con obiettivi di piano e non si può tornare indietro. Deve proseguire”.
“Un’esperienza gratificante – conclude Angelo Percopo, direttore generale Aorn San Giuseppe Moscati di Avellino – Finalmente la regione si muove come regione: non c’è più competizione ma collaborazione tra aziende per raggiungere un obiettivo unico”.