Campania in ritardo sull’applicazione del “Cura Italia”
10 Aprile 2020Il consigliere Flora Beneduce sottolinea come, ancora oggi, non trovano applicazione in regione le norme varate dal Governo per dare “assistenza alternativa” ai disabili.
L’articolo 48 del decreto detta invece disposizioni per garantire i servizi sociali in questo periodo di emergenza, in cui sono sospesi i servizi educativi e scolastici e in cui possono essere sospese anche le attività socio-sanitarie e socioassistenziali nei centri diurni per anziani e per persone con disabilità. In particolare, la disposizione prescrive alle pubbliche amministrazioni di fornire, attraverso il personale disponibile già impiegato in tali servizi e dipendente da soggetti privati che operano in convenzione, prestazioni in forme individuali domiciliari o a distanza o resi nel rispetto delle direttive sanitarie negli stessi luoghi ove si svolgono normalmente i servizi senza ricreare aggregazione…così novella l’articolo 48 del decreto “Cura Italia”
“Le attività diurne socio assistenziali e socio sanitarie per persone con disabilità vanno rimodulate ai sensi dell’articolo 48 del Cura Italia ma la Regione Campania tarda ad approvare atti e provvedimenti che vadano in questa direzione”. Lo dichiara Flora Benedice, consigliera regionale di Forza Italia.
“Appena ieri la Regione Lazio ha siglato un accordo con l’Anci – aggiunge Beneduce -e le parti sociali per nidi d’infanzia, servizi scolastici per alunni con bisogni educativi speciali e centri diurni. La Campania cosa aspetta a dare attuazione al Decreto nazionale? Il welfare non può più aspettare”.
“Se l’obiettivo dell’articolo 48 del Cura Italia è quello di uniformare il comportamento delle Pubbliche Amministrazioni su tutto il territorio nazionale – evidenzia l’esponente azzurro – allora la Campania al momento è in netto ritardo sui servizi sociali”.
“Ai bisogni urgenti delle famiglie degli anziani, dei disabili e delle persone in difficoltà – spiega Beneduce -si aggiunge il grande tema della salvaguarda dei livelli occupazionali relativi ai lavoratori operanti nei servizi e agli operatori del terzo settore. In una situazione così critica la loro competenza e la loro passione è un patrimonio a cui lo Stato fa bene a non rinunciare”.
“Appare abbastanza chiaro il fatto che le organizzazioni del terzo settore siano state escluse dalle misure straordinarie di sostegno alle imprese annunciate dal Governo con il nuovo decreto liquidità – conclude Beneduce – si spera che a tale svista non si debba aggiungere una ulteriore clamorosa disattenzione da parte della Giunta regionale della Campania”.