Carcere Secondigliano, si dimette medico minacciato

Carcere Secondigliano, si dimette medico minacciato

4 Settembre 2024 Off Di Pasquale De Rosa

Dopo essere stato aggredito e minacciato da un detenuto ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di direttore sanitario del carcere di Secondigliano.

L’episodio è avvenuto nella struttura carceraria napoletana circa un mese fa e, attraverso il suo avvocato, il dirigente, dipendente dell’Asl Napoli 1 Centro, ha presentato una denuncia in Procura. Secondo quanto si è appreso è stato chiesto, ma finora inutilmente, il trasferimento in un altro istituto penitenziario del detenuto responsabile delle violenze.
Il sindacato Uspp punta il dito contro “la confusione gestionale e l’inerzia di chi gestisce le carceri in Campania”.
“In questo marasma generale, – sottolineano il presidente Giuseppe Moretti e il segretario regionale Ciro Auricchio – a farne le spese non sono solo i poliziotti penitenziari che vengono lasciati soli in un silenzio assordante, senza idonei provvedimenti di contrasto ad eventi critici continui e aggressioni sempre più efferate, ma a quanto pare anche il personale sanitario”.
“Abbiamo perso un valido dirigente sanitario, dimessosi dall’incarico in un carcere importante come quello di Secondigliano – continuano i due sindacalisti – un professionista stimato non solo dal personale medico e infermieristico, ma anche dalla polizia penitenziaria.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà sperando in una presa d’atto dell’amministrazione e del vertice politico affinché procedano senza ulteriore indugio ad una verifica dell’operato del provveditore rispetto anche alla non applicazione delle circolari dipartimentali chiediamo inoltre di mettere in sicurezza il lavoro di tutto il personale che presta servizio nelle carceri campane”. Il sindacato, infine, si affianca all’allarme lanciato dal procuratore Nicola Gratteri sulla presenza dei cellulari in cella: “bisogna subito schermare gli istituti installando gli inibitori di segnale”. 

Per il Sappe “la situazione è divenuta insostenibile e le condizioni di lavoro per gli operatori penitenziari sempre più precarie dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità personale”: Tiziana Guacci, segretario regionale del Sindacato Autonomo di polizia penitenziaria S.A.P.Pe., dopo avere espresso “vicinanza e solidarietà” al dirigente evidenzia che le aggressioni “sono collegate alla diffusione tra la popolazione detenuta di un vero e proprio senso di impunità per gli episodi di violenza posti in essere”.

“Da tempo il Sappe – prosegue la sindacalista – denuncia il mancato trasferimento fuori Regione dei detenuti che si sono resi responsabili di tali comportamenti. La mancanza di risposte sanzionatorie da parte dei vertici dell’Amministrazione Regionale ingenera nei detenuti la errata convinzione che tutto sia concesso. Senza un utile, fattivo ed urgente intervento delle autorità competenti volto a ripristinare la sicurezza dovuta, ci si domanda quanto tempo ancora potrà reggere il sistema penitenziario delle carceri della Regione Campania”, conclude la nota del S.A.P.Pe.