Carenza sanitari, Schillaci: assumeremo 10mila infermieri dall’India
31 Ottobre 2024Per far fronte alla carenza di organico infermieristico negli ospedali, il ministro della Salute Orazio Schillaci annuncia l’intenzione di assumere infermieri indiani. “Al recente G7 della Salute ho parlato con la viceministra indiana. Nel suo Paese ci sono ben 3,3 milioni di infermieri, tantissimi. Vogliamo portarne qua, intanto, circa 10 mila. L’idea è di farli reclutare direttamente dalle Regioni e qualcuno si sta già muovendo per metterli in corsia, ad esempio la Campania. Noi facciamo da tramite, magari per verificare con le autorità consolari l’effettiva conoscenza della nostra lingua di chi vuole lavorare in Italia. Sulla formazione professionale non ci sono problemi, in India è buona. Da noi mancano 30 mila infermieri e siamo tra gli Stati che li pagano peggio. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni”, si legge in un’intervista su ‘La Repubblica’. Rispetto al 2025, aggiunge, ci saranno maggiori risorse (5 miliardi) e “comunque spero si possano aggiungere fondi, come avvenuto quest’anno. L’obiettivo è portare a casa qualcosa di buono per il personale”, prosegue. Prima della manovra ha annunciato un piano assunzioni per il 2025: “Avevo parlato di piano pluriennale. Del resto, le Regioni ci devono ancora mandare il loro di piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sulle liste di attesa. Ci devono ancora dire di quante risorse hanno bisogno”. E sulle liste d’attesa afferma: “Le Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa. Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle”.
La risposta del sindacato degli infermieri
Repentina è stata la risposta del Sindacato Nazionale degli Infermieri, Nursing Up. “Ancora una volta assistiamo a una risposta decisamente poco convincente, da parte del nostro Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di fronte alla drammatica carenza di infermieri in Italia e alle soluzioni tutt’altro che lungimiranti che si intendono adottare. Anziché investire nei nostri professionisti, si cerca di tamponare la situazione con un accordo bilaterale per favorire l’ingresso di migliaia di infermieri dall’India, mentre ci sono migliaia di infermieri italiani sparsi per il mondo, che non aspettano altro che rientrare, se trattati dignitosamente. Così vengono ignorati i veri bisogni del sistema, e le reali cause della crisi della professione infermieristica in Italia”, dichiara Antonio De Palma, presidente del sindacato. “Mancano infermieri in Italia? Facciamone arrivare dall’estero! Come se, per curare una malattia, invece di utilizzare un farmaco in grado di sradicarla alla radice, si decidesse di trattare solo il sintomo. È come se, durante l’emergenza Covid, al posto del vaccino, avessimo somministrato ai cittadini delle medicine per la tosse: risolta la tosse, l’infezione sarebbe proseguita indisturbata, portando a esiti disastrosi. Questo è esattamente ciò che potrebbe accadere alla già precaria condizione dell’infermieristica italiana con il provvedimento di Schillaci”, dichiara il sindacato. “Caro Ministro, siamo profondamente convinti del suo reale desiderio e volontà di risolvere questo annoso e grave problema. Per questo le chiediamo di agire in maniera determinata sul Governo, di ripensare alle priorità e di investire nelle nostre risorse, nella nostra gioventù e nel nostro sistema sanitario, prima che la professione infermieristica diventi solo uno sbiadito ricordo», afferma De Palma.
La Manovra
La manovra pensata per i professionisti evidentemente non è stata efficace, visto che medici e infermieri scioperano. Come mai? “Quest’anno c’è stato un grande impegno del governo sul cuneo fiscale, che si prende 17,3 miliardi. Come ha detto il ministro Giorgetti, il resto è stato dato alla sanità. Dobbiamo prendere nuovi medici e infermieri e anche pagare meglio. Lo faremo in un piano pluriennale – rimarca il ministro della Salute Comunque, alcune novità ci sono già. Gli infermieri avranno una nuova indennità di specificità”. A parte che ancora non ci sono, i soldi basteranno a risolvere la crisi di certe specialità mediche? “Il modello della sanità va cambiato. Bisogna far capire – prosegue – che ci sono discipline affascinanti, come l’anatomia patologica e la radioterapia, sempre più centrali per la cura del tumore, ma poco richieste. I giovani vanno incentivati permettendo loro di fare carriera, eliminando i problemi burocratici, facendoli lavorare davvero. Ci sono chirurghi che iniziano ad operare in piena autonomia a 40 anni”. Gli incrementi del fondo sanitario serviranno soprattutto per i lavoratori ma la spesa farmaceutica cresce del 10-15% l’anno, cioè 2-3 miliardi, e rischia di ‘mangiarsi’ tutti gli aumenti. Come si controlla? “La crescita deriva soprattutto dai costi dei nuovi farmaci, che curano sempre meglio malattie gravi. Il nostro è un sistema universalistico – ricorda Schillaci – praticamente senza paragoni in Europa salvo l’Inghilterra, e queste terapie le diamo a tutti. Io non voglio privatizzare niente e anzi difendo l’articolo 32 della Costituzione. Dobbiamo fare un patto sulla salute, mettendo al centro la prevenzione. Se vogliamo che il sistema resti gratuito e continui a garantire questi farmaci, dobbiamo fare in modo che si ammalino meno persone evitando le malattie che si possono prevenire. Le risorse perla sanità non saranno mai infinite”. Anche le Regioni si lamentano per la manovra e chiedono soldi per le liste di attesa. Avete fatto un decreto praticamente senza risorse. “La Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa. Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle. E comunque, abbiamo previsto premi per chi raggiunge buoni risultati. Nel recente report di Cittadinanzattiva – osserva – si vede che il mancato accesso alle cure è legato alle liste di attesa lunghe non al fatto che gli italiani sono più poveri. Si va nel privato perché le liste pubbliche sono lunghe o chiuse. Così solo chi ha i soldi pub andare a farsi visitare. Per questo alziamo il tetto di spesa per i privati convenzionati, dove i cittadini vanno gratis. Sto da sempre dalla parte dei più deboli. Da quella degli indiani, non dei cowboy”. L’Europa dice chi l’Italia è tra i Paesi dove le coperture del vaccino influenzale sono più basse. Sarà perché il governo talvolta appare poco convinto della vaccinazione? “L’Italia non ha mai brillato per l’adesione alle vaccinazioni. Stiamo facendo una nuova campagna di informazione sull’influenza, speriamo nell’adesione di anziani e fragili. Sono il primo a chiedere a questi cittadini di proteggersi, anche perché quest’anno ci aspettiamo un’influenza aggressiva”, conclude.