Carlo Alfaro: il punto sul Covid-19 un anno dopo il lockdown generale
12 Marzo 2021
Il Covid-19 da un anno ci sta mettendo a dura prova, ancora non ci siamo liberati dalla pandemia, in Italia in questo periodo stiamo ancora in piena emergenza. Ai microfoni di Tutto Sanità chiediamo al dottore Carlo Alfaro il punto della situazione un anno dopo il lockdown generale del 2020.
Purtroppo, le cose non sono affatto andate come si sperava. I due mesi di lockdown a marzo e aprile 2020 hanno frenato la prima ondata ma non prevenuto la seconda, l’estate è stata una tenue illusione di esserne usciti, la seconda ondata a partire da settembre è stata devastante, le nuove varianti a maggiore trasmissibilità si diffondono minacciose, la campagna vaccinale arranca e la terza ondata viene paventata come inevitabile. Il bilancio è tristissimo. Il nuovo Rapporto Istat-Istituto superiore di sanità ci dice che, a causa del Covid, nel 2020, da marzo a dicembre, in Italia ci sono stati oltre 100mila morti in più rispetto la media dei 5 anni precedenti. E’ il più alto numero di morti mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra. E questo eccesso di mortalità sta proseguendo purtroppo drammaticamente nel 2021: a gennaio ci sono stati 8.500 morti in più rispetto a gennaio 2020. Ma il quadro non è solo italiano. Il trend in crescita dell’epidemia da Sars-CoV2 è globale. E mentre un anno fa tutti rispettavano religiosamente le misure di salute pubblica nel segno del forte messaggio di speranza “andrà tutto bene”, oggi le popolazioni sono stanche di vivere “in una bolla”. D’altro canto, però, il distanziamento, l’uso delle mascherine, l’igiene, restano il fondamento del contrasto alla diffusione del virus.
Com’è la situazione in Italia attualmente?
L’Italia, secondo l’Oms, è al momento il quarto Paese al mondo per nuovi casi settimanali di Covid-19, dopo Stati Uniti, Brasile e Francia. L’indice di trasmissione (Rt), l’incidenza di casi ogni 100mila abitanti, i ricoveri in area medica e in terapia intensiva, sono in salita. Nella maggior parte delle Regioni italiane si registra una crescita della curva epidemica di tipo esponenziale: colpa certamente della ormai predominante circolazione della variante “inglese”, molto contagiosa e, sembra, responsabile di una malattia non più grave ma di più lunga durata. Peraltro, questa elevata incidenza di nuovi casi rende difficoltoso il tracciamento dei loro contatti e quindi il contenimento della catena di diffusione. Secondo la Fondazione Gimbe,( La Fondazione GIMBE ha lo scopo di promuovere e realizzare attività di formazione e ricerca in ambito sanitario) l’Italia sta già affrontando la famigerata “terza ondata”.
Cosa mi dice delle vaccinazioni?
Eravamo partiti bene poi c’è stata sia la riduzione delle forniture attese, sia la renata sul fronte delle somministrazioni, per varie difficoltà organizzative sul territorio. Il primo punto di disorientamento è stata l’iniziale indicazione per il vaccino di AstraZeneca solo per le persone in buona salute e fino a 55 anni, che ha portato a uno stravolgimento del Piano vaccini. Attualmente invece è indicato fino agli 80 anni e anche in caso di comorbidità, eccetto quelle più gravi. Poi c’è stato il fallimento definitivo, con l’arrivo di Draghi, del progetto “Primule”, ovvero quei padiglioni temporanei da costruire nelle piazze delle città: nel Piano ora viene demandata completamente alle Regioni l’organizzazione della campagna, con la conseguenza di incertezze, differenze, disomogeneità. Col neo-commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, il generale Francesco Paolo Figliuolo, la Difesa ha messo a disposizione fino a 200 Drive Through e, se non bastassero, è pronta ad allestire in tempi record anche delle tendostrutture o a utilizzare le caserme come ambulatori. L’utilizzo dei medici di base e delle farmacie potrà dare una svolta decisiva. I vaccini sono la nostra grande speranza. Più copertura otteniamo sulla popolazione più possiamo uscire dall’incubo. Israele vaccinando a tappeto tutta la popolazione ha ripreso una vita semi-normale, con riapertura di teatri, palestre e concerti. Anche la Gran Bretagna si prepara a riaprire, previsto per il 21 giugno il “liberi tutti”, quando tutta la popolazione sopra i 16 anni sarà vaccinata. Ma già dall’8 marzo hanno riaperto le scuole in presenza.
Il dottore Alfaro, prima di congedare Tutto Sanità, ci invita alla vaccinazione perché è l’unica arma che possediamo per abbattere il coronavirus. Nel salutarmi dice “non abbassiamo mai la guardia, attenzione al distanziamento, indossiamo sempre la mascherina e curiamo la pulizia delle mani”.