Carmelo Di Proietto, costanza e sacrifici per raggiungere gli obiettivi

Carmelo Di Proietto, costanza e sacrifici per raggiungere gli obiettivi

4 Agosto 2024 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Carmelo Di Proietto atleta siciliano del Futsal, portiere per vocazione, rappresenta una promessa ed anche una realtà del Calcio a 5 nazionale. Forte anche il suo impegno nel settore giovanile. In una breve intervista le tappe salienti della sua carriera. Saltando i preamboli entriamo subito nel merito.

Che cosa l’ha spinta a saltare il guado tra calcio a 11 e calcio a 5?

Dopo l’abbandono del calcio a 11 a 17 anni non trovavo più la motivazione per tornare a giocare. Una serie di eventi mi ha spinto a tornare a giocare ma nel nuovo mondo del futsal.

Il muoversi in spazi più angusti aumenterebbe il rischio di infortunio. È proprio così o si tratta di una leggenda metropolitana?

La chiave giusta per essere pronto e ridurre il rischio di infortuni penso sia sempre l’allenamento mirato sia dal punto di vista fisico che tecnico. Ovviamente in questo sport penso sia più facile infortunarsi per la maggiore intensità del gioco rispetto al calcio a undici.

Quello che, a quanto ci è parso di capire, le ha sottratto il calcio classico, pensiamo glielo abbia restituito il  Futsal. Le piace ricordare qualche successo significativo della sua carriera?

Il Futsal all’età di 21 anni mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco non ponendo limiti ai miei obiettivi e sogni. Successi degni di nota ne ho avuti diversi dato che ho vinto un campionato una coppa italia e anche trofei individuali , ma quello che io considero il successo più grande è stato raggiungere categorie importanti come la A2 in poco tempo grazie al lavoro e al sacrificio quotidiani. Quello che porterò come ricordo più bello fino ad oggi è sicuramente la Final Four di Coppa Italia di Serie A2 con il Futsal Canicattì 5. Essere tra le prime 4 squadre d’Italia al mio primo anno di A2 è qualcosa  che non potrò mai dimenticare.. emozioni indescrivibili.

Che cosa ha significato e cosa significa, per la sua carriera, la tappa a Canicattì?

 Per me Canicattì significa tanto… è sicuramente un punto di arrivo data l’importanza e il prestigio di questa società e categoria , ma allo stesso tempo è un punto di partenza per pormi sempre nuovi e ambiziosi obiettivi.

Scatti brucianti, prontezza di riflessi  e tecnica sopraffina sono elementi significativi nella sua disciplina sportiva. Quale la dieta più opportuna e gli allenamenti mirati per utilizzare al meglio i doni di cui madre natura ci ha dotati?

Condurre una vita sana in maniera tale da preservare il proprio corpo e renderlo capace di reggere ritmi alti. Consiglio dunque di farsi seguire da un professionista anche nella dieta per evitare infortuni e rendere al massimo. Per quanto riguarda gli allenamenti posso dire che essendo portiere è importantissimo avere in qualsiasi squadra e categoria un preparatore dei portieri come lo ho avuto io per anni e a cui devo tanto. Infatti voglio ringraziare pubblicamente Fabrizio Caristia attuale preparatore dei portieri a Canicattì oltre alla mia famiglia per avermi sempre sostenuto, in particolare mio padre.