Caserta: ecco la rete dell’emergenza cardiologica
21 Novembre 2018Presentata oggi nell’aula magna dell’ospedale di Caserta la nuova organizzazione di emergenza per fronteggiare le patologie cardiache acute.
La Rete dell’infarto nella provincia di Caserta, trasmessi oltre 2000 tracciati in sei mesi. E’ necessario che la popolazione sappia che sono cambiati i termini di accesso in caso di problemi al cuore. Una collaborazione fondamentale quella tra l’Azienda ospedaliera, l’Asl e il Servizio 118 per rendere operativa finalmente anche in provincia di Caserta una Rete dell’infarto sul territorio, dopo Napoli, Salerno e Benevento.
Questo l’incipit delle conferenza stampa tenutasi stamane nell’aula magna dell’Azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” a cui sono intervenuti il direttore generale dell’azienda Mario Nicola Vittorio Ferrante e il manager dell’Asl di Caserta Mario De Biasio.
Hanno partecipato i vari referenti per la Rete dell’infarto: Paolo Calabrò, direttore della Cardiologia dell’Aorn, Rossano Battista, già primario cardiologo dell’Asl, Roberto Mannella per il servizio di emergenza sanitaria 118 provinciale e Domenico Di Girolamo per l’Emodinamica dell’Azienda “Sant’Anna e San Sebastiano”. “Nella provincia di Caserta, i dati del 2017 ci dicono che vengono eseguite circa 800 angioplastiche all’anno primarie nel trattamento dell’infarto acuto del miocardio – spiega Paolo Calabrò – quello su cui sicuramente la rete avrà un impatto è nell’andare a ridurre i tempi.
Si tratta infatti di una rete “tempodipendente”, anche 5 minuti, anticipare di un quarto d’ora la diagnosi di un paziente, vuol dire indirizzarlo nel posto giusto dove poter ottenere il trattamento adeguato nei tempi opportuno e molto più che probabilmente salvargli la vita”.
Tempi velocissimi per la lettura della diagnosi e della refertazione che avviene in media entro 4 minuti, immediatamente dopo scatta l’invio al centro ospedaliero deputato più appropriato per il trattamento che il paziente deve ottenere. Nel giro di sei mesi sono stati trasmessi quasi 2000 tracciati dal 118 alla centrale cardiologica, il dato d’infarto registrato in questi mesi è del 7%.
Il dato è stato analizzato ed è stato rilevato che solo il 13% dei pazienti giunge al trattamento attraverso la rete, un dato effettivamente basso, ecco perché è necessario che la popolazione venga al più presto messa al corrente della possibilità di bypassare i tempi a volte biblici del pronto soccorso, cosa fondamentale nel caso di un infarto in corso.
Oggi la percentuale di mortalità da infarto è scesa al 3%, questo perché, l’evoluzione della medicina, dall’Unità Coronarica alla Emodinamica ha fortemente inciso sulla riduzione dei tempi di intervento. Ovviamente la Rete è necessariamente legata a delle connessioni multimediali che talvolta possono creare dei problemi, ecco perché i tre enti coinvolti stanno pensando ad un collegamento in roaming di tutte le strutture ospedaliere, che, incredibile ma vero, non sempre sono ben collegate.
La struttura della Rete, lo ricordiamo, si basa sul modello “Hub” (centri con emodinamica con attività h24) e “Spoke” (centri senza emodinamica attiva h24) ed è composta da un centro hub di secondo livello dotato di cardiochirurgia (l’Aorn di Caserta), due centri hub di primo livello (l’ospedale Moscati di Aversa e la clinica Pineta Grande di Castel Volturno), i centri spoke dei presidi ospedalieri di Sessa Aurunca, Piedimonte Matese, Santa Maria Capua Vetere, Marcianise e Maddaloni e per il 118 i 24 punti di prima assistenza (ambulanze o punti di primo soccorso) attrezzati per la trasmissione immediata del tracciato elettrocardiografico.