Caso Giosuè Sorrentino, sempre più incongruenze: proseguono le indagini
21 Maggio 2024Dopo la riapertura delle indagini sulla morte “per suicidio” del marittimo di Sant’Agnello, Giosuè Sorrentino, otto anni fa, a bordo della nave “Bianca Amoretti”, dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Venezia a conferma dei dubbi dei periti di parte, viene la nomina della dottoressa Luciano Caenazzo dell’Università di Padova per il test del Dna.
In particolare, si legge nel decreto di nomina che fa riferimento all’ordinanza dello scorso 13 maggio scorso con cui il giudice Alberto Scaramuzza , disponeva nuove indagini sul tragico episodio dai molti punti ancora oscuri.
Ed in particolare di “voler procedere a consulenza tecnica, volta ad estrarre, il Dna dai campioni salivari dei membri dell’equipaggio, il Dna delle sostanze prelevate in sede autoptica da sotto le unghie della persona offesa ed il Dna dai mozziconi di sigarette sequestrati sul luogo del decesso, effettuandole necessarie comparazioni al fine di accertare se il Dna estratto dalle unghie della persona offesa o dai mozziconi di sigarette appartenga ai membri dell’equipaggio. In sostanza prendono sempre più consistenza i dubbi sulla dinamica della morte”
Nelle contestazioni alle prime conclusioni sulla morte del marittimo, da parte del medico legale , Antonio Sorrentino e gli avvocati Antonio Cirillo e Angela Luigia Ruggiero, sulle prime conclusioni della Procura di Venezia, sono state evidenziate, tra l’altro, “la presenza di escoriazioni sia sull’ipocondrio sinistro sia sulla superficie anteriore dell’emitorace sinistro, molteplici lesioni puntiformi escoriate sulla cute, escoriazioni lineari, producibile solo da un mezzo frammentato e di consistenza dura e sia di lesioni al braccio destro, oltre contusione sottocapsulare del rene sinistro, escoriazioni alla mano sinistra, ritenute compatibili con azione di difesa”.
Ed inoltre “mancanza di credibilità medico-legale nell’accampare una tesi suicidaria per l’impossibilità da parte dello sfortunato marittimo di posizionare da solo il collo sotto la troncatrice, alta 70 cm, tenuto conto della stessa altezza di Giosuè Sorrentino, superiore al metro e settanta e la posizione dello stesso cadavere trovato col piede sinistro in corrispondenza del pedale di avviamento del macchinario ma distante da tale pedale, incastrato nell’intercapedine tra pedana e l’alzata con la faccia esterna così come l’asse del taglio al collo, perpendicolare all’asse longitudinale del corpo, depone per una lesione mortali causata da terzi”.
“Si confida nei Magistrati – ha spiegato il medico legale della famiglia dello sfortunato marittimo Antonio Sorrentino. Hanno compreso la gravità dell’evento e noi tutti siamo fiduciosi che verità sia fatta sulla morte di Giosuè Srrentino sia pure a distanza di tempo.