Cassazione: corretto il licenziamento di un medico che ha maltrattato un paziente
23 Settembre 2020La Corte ha definito interpretative le ragioni sulla decisione dell’azienda e sul vaglio dei due Tribunali già pronunciatisi, richiamando doveri di correttezza e buona fede rispetto all’esecuzione dei contratti.
La Suprema Corte di Cassazione con un recentissima Sentenza del 2020 ha confermato il licenziamento di un medico, disposto da una casa di cura privata, in quanto lo stesso aveva commesso nei confronti di un paziente, ricoverato presso detta struttura, dei maltrattamenti. Il medico in questione, contestava la decisione della struttura privata, la sua congruità e la mancata consegna del materiale istruttorio, così come richiesto, rispetto alla decisione della Corte d’Appello. Invece, secondo i Giudici della Suprema Corte, la lettera di comunicazione della sospensione cautelare, inviata al medico autore dei maltrattamenti, non ravvisava lesioni del diritto di difesa, in relazione alla mancata messa a disposizione del verbale delle dichiarazioni delle dipendenti sentite come testimoni nella vicenda, ritenendo completa l’indagine portata avanti dalla Struttura sanitaria.
In pratica, la Cassazione ha definito interpretative le ragioni sulla decisione dell’azienda e sul vaglio dei due Tribunali già pronunciatisi, richiamando doveri di correttezza e buona fede rispetto all’esecuzione dei contratti, con assenza di errate valutazioni della Corte e dei precedenti giudizi.
La valutazione riteneva sufficiente, ai fini dell’impossibilità della prosecuzione del rapporto di lavoro con il medico in questione, la gravità della degenerazione che ha segnato il rapporto con il paziente, rilevando cioè i comportamenti gravi tenuti dal proprio dipendente nei confronti di una paziente ricoverata, al punto che era venuto meno il rapporto di fiducia con la propria assistita ed, in contemporanea, di conseguenza, anche con la struttura sanitaria che ne disponeva il trattamento.
In ragione di tali motivazioni, i sei motivi di doglianza espressi nel ricorso per Cassazione da parte del dipendente licenziato sono stati tutti rigettati, dopo attenta analisi dai Supremi Giudici, con contestuale rigetto complessivo del ricorso.
Quanto avvenuto, in conclusione, rispetta la legge in materia di rapporti di lavoro, contratti e comportamenti in questione, con il fondamento dell’interruzione del rapporto lavorativo, legato a dei maltrattamenti nei confronti di un paziente.