Celestino Junior Marcone, impariamo a trattare l’attività sportiva come una persona a noi cara
2 Marzo 2021
Sarà in vigore fino al 6 aprile (vacanze di Pasqua comprese) il nuovo Dpcm, il primo firmato dal premier Mario Draghi. E l’impianto di massima non sarà diverso da quello in scadenza il 5 marzo. La variante inglese, a maggior diffusione, sarà presto prevalente. L’Rt si appresta a superare la soglia 1 e le terapie intensive in 8 regioni sono sopra la soglia critica del 30%. “C’è una crescita dei casi in Italia come in altri Paesi come la Francia per l’impatto delle varianti”. È perciò necessario “non allentare le misure adesso” ha ribadito il ministro della salute Roberto Speranza alle Regioni, nel corso della riunione di ieri mattina. A prevalere sarà insomma la linea della prudenza, malgrado il leader della Lega Matteo Salvini continui a reclamare “un cambio di passo” e nella maggioranza si allargano le richieste di riaperture serali di ristoranti ed altre attività.
In questo momento storico molto difficile sembra impensabile la riapertura di palestre, piscine e centri sportivi. Gli operatori del fitness ed i numerosi fruitori dovranno ancora attendere. Di questo parliamo con un personal trainer emergente Celestino Junior Marcone, Diploma di liceo scientifico (Liceo Pietro Giannone Caserta), Studente universitario della facoltà di scienze motorie con indirizzo Bio-medico, Istruttore e Personal Trainer di fitness e bodybuilding riconosciuto dal CONI. Ha avuto la possibilità di lavorare nel mondo del fitness sia in Italia per circa 2 anni che all’estero (Germania) dove ha vissuto per circa 1 anno e mezzo.
Come ha vissuto e vive Celestino Junior Marcone la paura del contagio e la sofferenza per le indispensabili misure restrittive?
Per quanto riguarda la paura del contagio penso che principalmente le persone più che aver paura di essere contagiate, dovrebbero aver paura di contagiare. Almeno questo è quello di cui mi preoccupo io, si tratta di responsabilità. Purtroppo certe problematiche non possono essere risolte dal singolo, ma in questo caso dobbiamo affidarci ancor di più l’uno all’altro per uscirne. Ovviamente capisco la voglia di tornare alla “normalità” delle persone, allo stesso tempo però bisogna riflettere sul significato di questo termine. Non penso sia normalità tornare in palestra con la paura di poter contagiare qualcuno mentre ci si allena, la paura di afferrare un peso che forse non è stato disinfettato a dovere, o semplicemente allenarsi con l’ansia che qualcuno possa avvicinarsi troppo. Lo so, è difficile, ognuno è accompagnato da problemi diversi oltre il Covid e per molti creare una normalità diversa dal solito è impossibile, non li biasimo.
Creare la mia routine non è stato semplice. Quando è scoppiata la pandemia mi trovavo in Germania, ho passato i primi due mesi chiuso in una stanza, praticamente non potevo fare nulla a parte giocare ai videogame per ore e ore. Per me era una situazione da manicomio. Sono tornato in Italia da poco e per fortuna le cose vanno meglio, le mie giornate le passo tra studio, allenamenti e creazione di contenuti per la pagina Instagram dedicata al fitness che ho aperto da poco. Quindi vi ripeto, capisco bene la difficoltà della cosa. Detto questo invito tutti a non arrendersi e fare di tutto per creare una propria “normalità”. Bisogna investire sulle proprie passioni, studiare, leggere, allenarsi, costruire se stessi per poter essere più forti quando la VERA “normalità” si ripresenterà alle nostre porte.
2) Il Governo Draghi ha scelto di non inserire nella propria compagine un dicastero per lo Sport. Come giudica questa decisione?
Sicuramente è una decisione che non fa piacere a molti addetti ai lavori e molti appassionati. Ovviamente dispiace perché questa decisione può essere vista come una mancanza di considerazione nei confronti di tutto l’ambiente sportivo, inoltre mi rendo conto che la notizia oggi fa rumore, poiché i 3 Governi precedenti avevano dato un forte peso politico allo sport, confermando questo dicastero. D’altro canto, è doveroso ricordare che l’assenza di un Ministero per lo sport, in Italia non è una novità. Se andiamo a ricercare nella storia italiana possiamo contare solo 5 ministri dello sport, quindi al contrario di quello che si può pensare, è quasi una peculiarità questa assenza. Ho letto di come il CONI sia “quasi felice” della cosa, perché in assenza di un dicastero dedicato, di sicuro si ha maggior spazio di manovra sulle varie questioni sportive. Non sono un esperto, ma credo ci sia poco da essere felici, questa assenza a mio parere potrebbe ritorcersi contro le varie associazioni, enti, comitati che si occupano di sport. In questo momento senza un valido rappresentante, il rischio è di finire dimenticati dalle istituzioni e di certo non ci troviamo nel periodo migliore per affrontare anche una mancanza d’attenzione da parte di Palazzo Chigi.
Quando corro tutti i pensieri volano via. Superare gli altri è avere la forza, superare se stessi è essere forti. Confucio. Cosa rappresenta per Lei l’attività sportiva?
Quando parlo di attività sportiva, parlo delle mie fondamenta, di quello che sono, di quello che voglio essere. Parlo di vita. L’unico ambito che può prepararci nel migliore dei modi a molti aspetti della vita è quello sportivo. Attraverso lo sport ho imparato il rispetto per me stesso, è una cosa fondamentale perché se non rispettiamo noi stessi, non potremo mai rispettare nessun altra cosa. Mi ha insegnato a non arrendermi, a lottare duro per le cose che mi stanno a cuore, a lottare per i sogni, per gli amori, per tutto. Purtroppo quando si lotta si rischia anche di ‘’cadere’’ ed è lì che lo sport ci insegna anche a rialzarci. E’ grazie ad una caduta che mi sono trovato a scoprire lo splendido mondo del fitness. Giocavo a basket, durante un allenamento mi sono rotto i legamenti del ginocchio e indovinate un po’, l’attività sportiva era lì a sostenermi. Mi ha spalancato le porte del fitness, mi ha aiutato a recuperare dall’infortunio, mi ha donato un’altra passione. Un altro sogno per cui lottare. Sapete, ci sono così tante cose che lo sport ha da offrirci, elencarle tutte mi sembra impossibile. Vorrei concludere esponendo un pensiero che potrebbe sembrare un po’ fantasioso, ma che riassume a pieno il mio rapporto con l’attività sportiva: Impariamo a trattare l’attività sportiva come una persona a noi cara. Impariamo a prenderci cura di lei, impariamo a condividere con lei i momenti belli e quelli brutti, a confidarle le nostre paure e i nostri dubbi… sono sicuro che questo potrebbe dare una svolta alle nostre vite. Potremmo imparare in questo modo ad avere un’amica fedele al nostro fianco, pronta ad aiutarci in qualsiasi momento, pronta a sostenerci sempre e soprattutto pronta a donarci gli insegnamenti utili per seguire tutti i nostri sogni.