Centro Autistico Avellino. Il silenzio della politica più assordante delle parole
12 Settembre 2020Salvatore Alaia: “Oggi mi sembra il momento per capire se c’è la volontà di aprire questo Centro e quanti candidati alla carica di consigliere regionale sono disposti a farsi portavoce di questo tema”.
Si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale. Mancano meno di quindici giorni al fatidico appuntamento delle elezioni e i candidati in lista hanno messo in funzione la macchina elettorale.
Il 20 e 21 Settembre il corpo elettorale sarà chiamato, tra l’altro, a scegliere, sulla base dei principi di democrazia rappresentativa e di rappresentanza, il nuovo consiglio regionale della Campania con l’auspicio che gli eletti vorranno realisticamente tenere fede agli impegni che oggi intendono assumere verso il territorio di riferimento.
Il circo della campagna elettorale è quindi cominciato con le funamboliche promesse e le ammiccanti proposte politiche e non c’è un candidato che almeno in questa fase non meriti di essere eletto.
Sui manifesti che campeggiano negli “spazi elettorali” in ogni Comune della Regione Campania, i volti sorridenti dei candidati “parlano al cuore” della gente con slogan rassicuranti, eticamente impeccabili, che puntano al cuore dell’elettore più che alla mente, dichiarando l’interesse manifesto e l’impegno indefesso per la propria terra e per il proprio territorio come fosse un “Patto d’Amore” che molti intendono rinnovare.
Ma di fronte a questa omologazione di pensiero, a questi impegni di politica elettoralistica, a questo rito in cui si celebra la propria autoreferenzialità a colpi di “promesse”, nasce il mio sdegno e il mio disappunto verso tutti i candidati delle 27 liste della Provincia di Avellino che finora non hanno minimamente accennato alla questione del Centro autistico di Avellino, realtà clinico – sanitaria per tutto il nostro territorio che merita una soluzione.
La politica può fare molto e la voglia di fare politica è esponenziale visto che, solo per mera informazione, alle elezioni regionali del 2015 le liste in provincia di Avellino erano 19 mentre oggi sono 27.
Tutti adesso si prostrano ai piedi dell’elettorato ma tutti hanno dimenticato che il nostro territorio quando ha avuto bisogno della forza politica, di sinistra o di destra, è rimasto orfano… Specie per quanto riguarda la questione del centro autistico vera spina nel fianco della sanità in provincia di Avellino per il quale ancora oggi non vi è soluzione e si tergiversa per la sua apertura mandando in frantumi le annose speranze di quelle famiglie che vivono il problema dell’autismo.
La questione del centro autistico sbandierata ai quattro venti e per la quale non si è mossa una foglia, a questo punto la vogliamo risolvere?
Il Centro autistico di Avellino è una realtà che deve essere aperta e messa in grado di funzionare come struttura di rilievo clinico terapeutico per essere di supporto a tante famiglie che vivono il dramma silente dell’autismo.
A distanza di 13 anni la struttura attende solo di essere aperta ma, purtroppo, nessuno si accinge a fare l’ultimo passo, quello decisivo.
“Oggi mi sembra il momento per capire se c’è la volontà di aprire questo Centro e quanti candidati alla carica di consigliere regionale sono disposti a farsi portavoce di questo tema che non è in una fase progettuale bensì nella fase di operatività, quella che prevede l’erogazione dei servizi agli autistici che forse non hanno la stessa dignità, sul piano clinico sanitario, di coloro che sono affetti da altre patologie”- quanto dichiarato da Salvatore Alaia ex sindaco di Sperone – che da anni si sta battendo per l’apertura di questa struttura come uno strenuo paladino a difesa di una “causa” che continua a perorare senza se e senza ma. “Nessuno si è fatto sentire… A partire dalle istituzioni, dalla stessa Chiesa che avrebbe potuto dire la sua ma è rimasta in silenzio… Ma la cosa più scandalosa è che nessun rappresentante politico di destra o sinistra, in tutto questo tempo, ha inteso perorare la causa. “Mi chiedo – continua Alaia – se si tratta di un problema culturale ovvero se ci si rende effettivamente conto che l’autismo è una patologia seria, grave che mette in ginocchio le famiglie. – Voglio augurarmi che qualcuno si faccia avanti e prenda per mano la questione portando a termine questa battaglia di grande valore civile, sociale e sanitario. È l’ultima speranza. Finora sulla vicenda ha dominato il silenzio della politica che è più assordante delle parole. Ma è giunta l’ora di dire Basta al silenzio… Ora o mai più…