Christian De Martino, lo sport educa alla vita
9 Giugno 2021Finalmente riaprono le piscine e le palestre, dopo l’approvazione da parte del Comitato Tecnico Scientifico dei protocolli e delle regole precise che dovranno essere seguite da gestori e sportivi Le linee guida richiamano già quanto emanato nel corso dell’emergenza ed i protocolli emanati da federazioni sportive, enti di promozione. Nella ripartenza valgono molte novità già introdotte da diverse strutture sportive a maggio 2020. Ogni struttura sportiva deve valutare il rischio nel proprio sito e definire, sulla base delle attività e rispettivi luoghi dove si svolgono le necessarie misure di prevenzione e protezione.
Per le attività sportive, oltre all’obbligo del possesso del certificato di idoneità alla pratica sportiva in corso di validità si dovrà:
- Riorganizzare le attività con l’obiettivo di ridurre il numero di operatori sportivi, (e/o accompagnatori) contemporaneamente presenti;
- Riorganizzare le mansioni/attività in modo da ridurne il numero nel rispetto dei vincoli richiesti dalla specifica disciplina sportiva o attività motoria ovvero della tecnologia, degli strumenti e dei limiti di operatività;
- Limitare l’ingresso in struttura a un solo accompagnatore nel caso in cui l’attività motoria sia svolta da una persona di minore età o che necessita di accompagnamento e/o assistenza;
- Suddividere gli operatori sportivi (e/o accompagnatori), necessari in presenza a valle della possibile riorganizzazione, in gruppi che svolgono la medesima attività/mansione e nei medesimi luoghi;
- Determinare più dettagliatamente il rischio per area e la possibile dimensione degli spostamenti;
- Organizzare un sistema di sanificazione dei locali e la costante pulizia degli stessi. In ogni caso è obbligatorio il tracciamento dell’accesso alle strutture da parte di coloro che partecipano alle attività sportive proposte, attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche che consentano il tracciamento per il tramite di applicativi web, o applicazioni per device mobili. Queste soluzioni consentiranno, infatti, di regolamentare meglio l’accesso alle strutture con appuntamenti prenotabili in anticipo per evitare il rischio di assembramenti o il mancato rispetto delle misure di distanziamento e di divieto di assembramento, con particolare riferimento alle aree più a rischio (reception, hall, sale di attesa, percorsi di accesso agli impianti, ecc.…) e, più in generale, di contingentare il numero massimo di persone che potranno accedere agli spazi e alle aree comuni, nonché alle aree dove si svolgono le attività con impegno fisico e respiratorio elevato, dove aumenta il rischio di diffusione dei droplets. La prenotazione e l’evidenza delle compresenze in struttura in qualsiasi momento, permette anche ai fruitori di aggiornarsi in tempo reale sulla disponibilità di posti e alle autorità competenti di accertare il rispetto delle regole.
Parliamo della lunghissima pausa e della ripresa delle attività sportive con un valido operatore del settore: Christian De Martino. Chinesiologo, Massofisioterapista si occupa, attraverso l’attività motoria, di prevenire le patologie del rachide e, dove necessario, rieducare a ritrovare una nuova forma fisica.
Esperienze professionali dirette avute con insegnanti/colleghi come il Prof Toso B., il Prof Chetta G., il Prof Verri P. gli hanno permesso un approccio al lavoro sempre più globale. Da anni offre i suoi servizi nell’area di Milano Nord e hinterland avendo come sede fisica una palestra storica di Sesto San Giovanni chiamata GBFitness (oggi “LaPalestra di Via Puccini”). Scrive articoli per la rivista della C.A.P.D.I. (Confederazione dei laureati in Scienze Motorie e dei diplomati ISEF) e per alcuni siti on line. In ambito organizzativo e formativo ha collaborato con il SIMMAS (Sindacato Italiano dei Massofisioterapisti e Massaggiatori Sportivi), con L’istituto Enrico Fermi di Perugia e, attualmente, con L’Università E-Campus.
Tra le sue passioni: l’allenamento cui non si sottrae mai, la scrittura, la lettura e il disegno a matita.
Qual è il suo vissuto esperienziale rispetto alla pandemia, alla paura del contagio ed alle severe misure restrittive?
Ricordo bene il periodo a ridosso di febbraio 2020. E’ stato un periodo che ci ha catapultati in una situazione che fino a pochi giorni prima era assolutamente impensabile. Tv, telegiornali, radio non hanno cominciato a parlare d’altro. I termini ricorrenti come “pandemia”, “covid19”, “vittime”, sono diventati, in brevissimo tempo, parole quotidiane. All’iniziale incredulità è subentrato un senso di timore inevitabile, soprattutto per mia figlia, mia moglie e per i familiari lontani che, in caso di necessità, non avrei potuto aiutare. Le misure restrittive per quanto necessarie hanno solo in parte arginato il problema “contagio”. Questo perché molta gente animata da un’informazione parziale si è comunque lasciata andare a comportamenti non proprio virtuosi.
So bene come sia stato difficile rimanere chiusi in casa ma, al momento, era la cosa più corretta da fare per auto-tutelarsi e tutelare le fasce della popolazione più a rischio. Ora però c’è l’obbligo morale ed etico di proteggere non solo dal virus ma anche dal fallimento molte strutture e professionisti che non ce la fanno più!
Quanti danni la pandemia, il lockdown e la confusa gestione politica hanno arrecato al settore Wellness: Fitness, Palestre, Personal Trainer?
Ovviamente le palestre, i centri fitness/sportivi sono state tra le attività più colpite da questa pandemia. Le perdite economiche sono espresse in miliardi di euro oltre alle migliaia di operatori che hanno perso o perderanno il loro lavoro.
Volendo essere concreti, la chiusura è in essere da marzo 2020 con una breve apertura estiva che di certo non ha dato un aiuto rilevante.
Il covid19 ha messo e sta mettendo a dura prova il mondo delle palestre, dei centri sportivi e dei, circa, 120.000 professionisti che ci lavorano all’interno. 20 milioni, all’incirca, sono gli appassionati coinvolti nelle tante e diverse attività del mondo dello sport e del fitness a fronte di oltre 8000 strutture sparse sulla nostra penisola.
In un panorama del genere Il “decreto ristori” è da ritenersi un palliativo perché il reale guadagno di molti professionisti, spesso legato a più collaborazioni, è ben diverso rispetto a quanto riconosciuto dallo Stato.
La situazione diventa ancor più surreale e ingiusta se si considerano gli interventi di adeguamento strutturale, preventivi e di tutela dell’utente fatti post-prima chiusura a cui, poco dopo, ha fatto seguito la chiusura definitiva in essere ancora oggi.
Ovvio che una reazione era d’obbligo e proprio per far fronte ad una situazione davvero preoccupante che molte strutture e molti professionisti si sono “dovuti” riorganizzare, reinventando il proprio “mercato”. L’allenamento on-line, stando ai dati “google trends”, è diventato di enorme interesse per il frequentatore medio.
Non si contano le piattaforme attraverso cui potersi allenare a casa. Il vantaggio economico è innegabile ma è pur vero che non tutta la competenza di un professionista delle Scienze Motorie (Personal Training) può essere espressa virtualmente. Per capirci, un errore tecnico rispetto all’esecuzione di un gesto o la riproduzione di un movimento finalizzato ad una valutazione motoria di certo non potranno avere lo stesso livello di assistenza/osservazione rispetto a “viverli” in presenza. La soluzione è ritornare alla normalità sia per le implicazioni preventive e terapeutiche che una costante e adattata attività motoria possiede e sia per annullare o, quantomeno, limitare i danni socio-economici dei tanti imprenditori e professionisti di questo, maltrattato, settore.
In che modo lo Sport in generale ed il Fitness in particolare hanno contribuito alla Sua crescita personale e professionale?
Sono cresciuto in un piccolo paese del Cilento e come un po’ in tutte le realtà minori le possibilità di fare sport erano limitate. Nel mio caso poi la situazione era a maggior ragione più complessa in quanto per un grave incidente avuto all’età di 3 anni non potevo, secondo alcuni medici, fare alcuni tipologie di sport.
Ma non curante di queste indicazioni ho sempre praticato, a livello amatoriale, tutti gli sport che ho potuto e a livello dilettantistico mi sono dedicato alla pallavolo pur non essendo particolarmente alto.
La palestra, invece, è stata amore maturato con il tempo. All’inizio, da adolescente, in una struttura realizzata da un mio caro zio. Poi, con gli anni, ho iniziato a frequentare quella di una cittadina vicina. Proprio queste esperienze mi hanno spinto verso un percorso professionale in questo ambito. All’inizio laureandomi in Scienze Motorie (oggi definito professionalmente con il termine “Chinesiologo”) e successivamente diplomandomi come Massofisioterapista. Nel mio vissuto e nella sua complessità il movimento ha rappresentato non solo un’occasione agonistica, tipica di ogni disciplina sportiva (o quasi), ma anche mezzo attraverso cui esprimere e arricchire il mio vissuto fisico e cognitivo. Muoversi, se svincolato da forme viziate di sedentarietà, è a tutti gli effetti un mezzo di cura e di prevenzione globale. La scienza sono decenni che lo conferma.
Difatti sono diverse le patologie metaboliche, ortopediche, psicologiche, cognitive, posturali che godono dei benefici di un’attività motoria opportunamente adattata.
L’attività motoria in generale necessita di alcuni prerequisiti essenziali che non sono solo fisici, difatti il coinvolgimento psicologico è davvero importante. Impegno, costanza, convinzione, concentrazione e coraggio sono necessari per arrivare al successo; nulla di diverso da ciò che la vita, tutti i giorni, ci richiede.
In un certo senso lo sport e l’attività motoria, in genere, educano globalmente, alla vita.