Ciambriello, il 15% dei detenuti soffre di disturbi psichiatrici gravi

Ciambriello, il 15% dei detenuti soffre di disturbi psichiatrici gravi

31 Marzo 2025 Off Di La Redazione

La follia tra le sbarre. Dai dati forniti dal Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale nel documento programmatico sulla giustizia, presentato a novembre 2024, si evince che oltre il 15% della popolazione detenuta in Italia, risulta affetta da disturbo mentale grave ossia 6000/9000 detenuti circa su una popolazione complessiva di oltre 62mila.

A dirlo Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta’ personale nel corso del convegno’Salute in carcere: un diritto negato?’ nell’ Aula Siani del Consiglio regionale della Campania.
Per quanto riguarda la Campania dove su 7.509 persone detenute e 5.584 posti regolarmente disponibili, si registra un indice di sovraffollamento pari a 134,47%, vi sono emergenze sanitarie correlate alla varie patologie.

L’ uso di droghe illegali, ad esempio, e’ diffuso in molti penitenziari: in Campania, da dati emersi inerenti al 2024, risulta che 1.793 sono ufficialmente tossicodipendenti e le dipendenze non trattate portano a problemi di salute come malattie infettive, come l’ Hiv. E ancora, la scarsa qualita’ di cibo, il sovraffollamento e la mancanza di attivita’ fisica contribuiscono a problemi di salute come obesita’, malattie cardiache e problemi muscoscheletrici. Tra i numeri piu’ rilevanti- sottolinea Ciambriello- c’ e’ sicuramente quello inerente a patologie odontoiatriche, con ben 433 casi, a seguire 164 casi di ortopedia e 150 di ipertensione. Tra le proposte “un miglioramento delle condizioni igienico- sanitarie, l’ esecuzione costante di screening per le patologie croniche e infettive”.
“Quello che emerge è la necessita’ di una maggiore integrazione tra giustizia, sanita’ e welfare, evidenziando le necessita’ sociali e politiche per migliorare le condizioni sanitarie nelle strutture penitenziarie” commenta Ciambriello “Si avverte l’ esigenza di una creazione di una rete nazionale di reparti ospedalieri di medicina per detenuti, un potenziamento delle reti per la salute mentale e il riconoscimento della specificita’ della medicina penitenziaria”.