Cils-Fp Salerno: carenza di personale al Ruggi
26 Giugno 2020“Nella specifica questione del reparto di pneumologia, preme sostenere con forza che il numero degli operatori è esiguo rispetto al volume di assistenza sociosanitaria che si eroga”.
La Cisl-Fp richiama l’attenzione sulla carenza di personale nell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.
L’appello è stato lanciato, con una nota ai vertici ed al coordinatore incaricato dell’Unità operativa complessa di Pneumologia dell’Azienda ospedaliera universitaria salernitana, dai segretari aziendali, Raffaele Iannone, Antonio Napoli, Giovanni Lopez e dai delegati Rsu.
“Nella specifica questione del reparto, preme sostenere con forza che il numero degli operatori è esiguo rispetto al volume di assistenza sociosanitaria che si eroga, ovvero sei operatori di cui cinque sulle h24 ed uno fuori turno orizzontale h12”- affermano.
“Premettendo che il reparto è attivo per ospitare sospetti pazienti Covid-19 e che composto da 15 posti letto, inclusi di 4 sub-intensiva per la Niv e uno dedicato per l’isolamento, e che la complessità assistenziale è tale che il rapporto Oss-paziente è di uno a sei, si giunge ad una conclusione chiara e tangibile ovvero ad una ridotta capacità di erogare il servizio qualitativamente e manifesta carenza di operatori socio sanitari” – aggiungono.
“Stando ai calcoli e considerando che quasi tutti i pazienti sono fragili e non autosufficienti e che pertanto sono bisognevoli di salvaguardia dell’igiene, mobilizzazione di contrasto alle sub-infezioni ed ulcere da pressione da decubito, trasporto per esami diagnostici, e che questi distano non poco dal reparto di origine, la dotazione organica minima per poter portare avanti una mole di lavoro gravosa dovrebbe essere di altri tre Oss, in aggiunta a quelli già in dotazione” – proseguono.
“In ultimo, ma non per importanza, sarebbe opportuno chiarire un concetto riguardo alla carenza in generale della figura in questione in azienda, poiché se si ricerca supporto sempre da altre figure professionali, tipo l’infermiere, ciò significa che la richiesta di assistenza socio-sanitaria è in continuo aumento e quindi il tutto va sempre a discapito della qualità assistenziale e socio sanitaria, che vorremmo fosse erogata sempre ai livelli massimi di efficienza ed efficacia, oltre alla palese evidenza che il fabbisogno richiede un potenziamento degli organici in tale specifico profilo” – concludono.