CIMO: no a penalizzazioni per i medici dell’emergenza

CIMO: no a penalizzazioni per i medici dell’emergenza

21 Febbraio 2020 0 Di Antonio De Falco*

“È paradossale che proprio mentre in Italia si cercano soluzioni tampone per reclutare medici per le attività di emergenza-urgenza, da noi si rischia di scatenare un fuggi fuggi”.

 

In riferimento all’indennità di 5,16 euro l’ora Medici Convenzionati Emergenza Territoriale 118 – disposta nella Regione Campania con DGRC numero 6872 del 03-11-1999 – per i medici della ex guardia medica passati a svolgere i compiti di Medico di Emergenza Territoriale 118 (ET 118), ed alle iniziative di alcune Asl campane di sospensione della sua erogazione, la Cimo esprime la piena solidarietà ai colleghi coinvolti, sia per le gravi ed insostenibili conseguenze sulla sfera privata, sia per la turbativa della serenità lavorativa e la mortificazione della dignità professionale. Esprime, altresì, la propria preoccupazione per le conseguenze su tutto il sistema dell’emergenza, già in grande difficoltà.

È paradossale e surreale che proprio mentre in tutta Italia si cercano affannosamente soluzioni tampone per reclutare ed incentivare medici per le attività di emergenza-urgenza, da noi si rischia di scatenare un “fuggi fuggi” dall’emergenza territoriale sia per chi già vi opera da anni, con un notevole bagaglio di esperienza, sia per chi si accingere ad operarvi a seguito dei corsi di formazione, che finalmente e dopo tanti anni si sono ricominciati a fare.

Si ricorda che l’indennità in oggetto fu disposta con la citata DGRC del 1999 nell’ambito del processo di attivazione del Sistema 118 per i medici della ex guardia medica passati a svolgere i compiti di Medico di Emergenza Territoriale 118 (ET 118), con modalità extra-contrattuale come remunerazione aggiuntiva al trattamento economico previsto per medico di guardia medica in considerazione di un’attività lavorativa, e relativi rischi, che la stessa delibera definiva “usurante” e ad “elevato rischio fisico”. Si fa presente che in assenza di detta indennità, che al contrario andrebbe rivalutata dopo ormai oltre 20 anni dalla sua istituzione, non sarebbe neppure partito 20 anni fa il servizio di emergenza territoriale e che con la sua sospensione si riporta il lavoro del Medico del 118 ad un livello di remunerazione identico se non addirittura inferiore a quello di partenza nonostante un’attività usurante e disagiata e con maggiori rischi professionali o di sicurezza.

Tale paradossale situazione ha generato in tutto il personale medico 118 un diffuso e forte sentimento di rabbia, sconforto, demotivazione e disorientamento che interferisce con la necessaria serenità lavorativa nello svolgimento di compiti assistenziali particolarmente impegnativi ed è ipotizzabile, pertanto, una fuga in massa dei colleghi convenzionati dal sistema118, in quanto appena possibile opteranno per zone carenti di medici di medicina generale  o per altri incarichi di Continuità assistenziale. Inoltre, molti dei medici che stanno svolgendo i corsi di formazione per medico di Emergenza Territoriale 118, di fronte ad una prospettiva economica poco allettante (decurtazione mensile di circa 850 €) non accetteranno gli incarichi a tempo determinato proposti dalle Asl, sia per il 118 sia nei Pronto Soccorso per i codici verdi. Verrà pertanto meno una risorsa lavorativa su cui le Aziende Sanitarie campane sperano di poter contare per sopperire, sia pure parzialmente, alle croniche e drammatiche carenze di organico dei Pronto Soccorso.

Il tutto avrà, comunque, drammatiche ripercussioni, non solo sulla sfera privata dei colleghi interessati, per l’insostenibile penalizzazione economica e mortificazione professionale, ma anche su tutto il sistema regionale di Emergenza Urgenza, già in notevole sofferenza, per cui assisteremo alla drastica riduzione delle ambulanze medicalizzate, aumento ulteriore del tempo per l’arrivo di un Mezzo di Soccorso Avanzato in caso di codice rosso, aumento del trasporto in pronto soccorso dei codici di minore gravità per il venir meno del grande lavoro dei medici del 118 di risoluzione a domicilio del paziente della situazione clinica alla base della chiamata.

La CIMO ritiene che la remunerazione aggiuntiva per i medici convenzionati di ET disposta dalla DGRC 6872 del 1999, nata come voce retributiva extracontrattuale per riconoscimento di maggior impegno, disagio e rischio lavorativo, non può venir meno senza “specifico” provvedimento contrario e senza essere inserita nell’ambito di una riallocazione in altre modalità remunerative. A tal proposito si osserva, inoltre, che nell’ordinamento italiano il “principio dell’affidamento” della giurisprudenza comunitaria ha assunto una vera e propria valenza precettiva. Sarebbe comunque davvero paradossale e di dubbia legittimità, poi, che in un rapporto di lavoro si possa verificare addirittura un peggioramento delle remunerazioni pur a fronte di un notevole peggioramento del potere di acquisto del salario da una parte, e di un incremento di attività e rischi lavorativi dall’altra; infatti non sono venute meno nel tempo le motivazioni, quali elevato rischio fisico, elevato rischio a contrarre malattie infettive, operatività all’aperto in qualsiasi condizione climatica ed ambientale, che portarono la regione alla concessione di tale indennità ma, anzi, le stesse sono addirittura aumentate (vedi i continui episodi di aggressione ai danni del personale 118 e il fatto che il 118 è in prima linea nella recente epidemia di polmonite da Coronavirus).

Per quanto su esposto la CIMO chiede che vengano prodotti urgentemente atti certi ed adeguati (precisazioni, chiarimenti, interpretazioni autentiche, accordi integrativi …) sia unilateralmente dalla Regione che con accordi sindacali, tali da riconoscere, sia per il futuro che per tutto l’arco temporale intercorso, la remunerazione in oggetto quale voce retributiva di natura extracontrattuale erogata nel 1999 e la sua validità fino a diverso provvedimento che ne garantisca la confluenza in altra modalità remunerativa, auspicabilmente aggiornandola dopo oltre 20 anni dalla sua istituzione.

La Cimo ribadisce la propria richiesta, da anni effettuata, di procedere ad una stabilizzazione dei medici del 118 attraverso i meccanismi concorsuali riservati di cui al Dpcm del 2015 articolo 6 comma 4 o, almeno, attraverso il passaggio dei contratti a tempo determinato verso quelli a tempo indeterminato.

A tal fine, la Cimo invita le organizzazioni sindacali tutte a qualsiasi titolo interessate a superare la fase di azioni singole e frammentarie ed associarsi nel sostenere azioni comuni di protesta, sostegno e solidarietà verso i colleghi interessati, e nell’interesse del sistema tutto dell’emergenza urgenza, sia per la conferma, se non addirittura rivalutazione, dell’indennità in oggetto, sia per la necessità di stabilizzazione dei contratti a tempo determinato, sia per adeguati sistemi incentivanti per il superlavoro e turni aggiuntivi derivanti da carenza di organico, così come previsto per la dirigenza in merito alle prestazioni aggiuntive, a tutela della qualità e sicurezza del servizio di emergenza e dei diritti dei colleghi interessati

*Segretario Regionale CIMO Campania