Ciro Formisano, un messaggio di “bellezza” attraverso la musica e la poesia
12 Agosto 2023La musica e la poesia sono due capisaldi delle civiltà di ogni tempo ad ogni latitudine. Lei le pratica entrambe ma nel suo cuore c’è una predilezione verso l’una o verso l’altra o rappresentano due facce di una stessa medaglia?
Ho sempre amato profondamente la musica e non solo, da sempre ho coltivato le mie passioni quali la letteratura, la poesia, la pittura, il teatro, nello stupore e nella curiosità di scoprire un qualcosa di “unico”, una sorta di fascinazione intellettualmente intrigata da cui ho sempre avuto una piacevole dipendenza.
La musica ha rappresentato e rappresenta per me la prima espressione artistica che trova nel violino il mezzo che mi ha permesso di esprimermi;devo inoltre, alla mia curiosità la possibilità di conoscere e collaborare con artisti non vicini a quello che é stato il mio percorso di studi definiti “classici “ al conservatorio, infatti ho sempre amato le contaminazioni tra i generi, alternando l’esercizio di musica, teatro in diversi generi musicali in modo versatile con quella consapevolezza di acquisire attraverso la pratica di queste diverse forme di espressione la giusta ampiezza d’orizzonti che si confà ad un artista.
La produzione poetica é arrivata dopo un po’, non definirei tardi, semplicemente ha trovato il suo “ tempo “ per venire alla luce.
Oggi collaboro con artisti nazionali ed internazionali lavorando nel contempo al mio quarto libro, non solo, anche ad un monologo teatrale che andrà in scena il prossimo anno ma al riguardo non vorrei svelare ancora nulla.
Nell’ultimo periodo si è incrementata di molto la sua produzione poetica che l’ha portata al conseguimento di premi come: il primo posto nel concorso internazionale Salvatore Quasimodo ed il terzo posto al concorso internazionale Emily Dickinson. In questo momento la sua ispirazione la sta spingendo di più verso la produzione poetica?
Non credo, semplicemente ho iniziato un nuovo capitolo della mia vita che vede la musica e la poesia in un percorso parallelo di ricerca che ha origine, forse, con l’azione poetica, in quel creare senza un “senso” o un “ non senso” dell ‘Io artistico.
Le parole della scrittrice Ernaux la dicono lunga “ È la mancanza di senso di ciò che si vive nel momento in cui lo si vive che moltiplica le possibilità di scrittura”
Un mondo,sottaciuto e inesplorato, che é venuto alla luce in un altra forma artistica, coniugando musica e poesia, fondere musica e poesia.
La vita, infondo, riserva sempre sorprese belle e anche meno belle l’importante, dal mio punto di vista, é saper coglierne e trarne delle esperienze consentendo di poter “coltivare” e migliorare il nostro percorso di crescita soprattutto interiore.
C’è una poesia alla quale è particolarmente legato?
Non particolarmente, ogni poesia è un momento della vita, un eterno alternarsi di reale e immaginifico in una dialettica costante che porta i suoi fruitori ad avvicinarsi (se non immedesimarsi), al mondo creativo, nel quale credo, si ritrovano.
Le mie composizioni si mescolano sul piano della memoria alla quotidianità e gli eventi normali si mescolano all’immaginazione, il dolore diventa lacerazione, e l’amore, attraverso la passione diventa sensualità e tenerezza, una continuità di ricerca quasi sperimentale tra sensazioni e intuizioni che anche negli spazi bianchi, così insistenti, tendono a scavare l’invisibile che è al fondo in ognuno di noi.
Il violino resta il principe degli strumenti ad arco. Come le è nata la sua vocazione musicale e la particolare scelta per il violino?
L’approccio allo studio del violino nasce da una intuizione di mio zio, ( Raffaele Formisano primo violoncello del Teatro San Carlo di Napoli ) che ebbe nel vedermi così affascinato da uno strumento ad arco, e da allora sono passati quarant’anni.
Aldilà di premi e riconoscimenti che le arrivano puntuali c’è anche un “sogno artistico” che vorrebbe vedere appagato?
Certo! Trasmettere un messaggio di “bellezza” attraverso la musica e la poesia.
Nell’era digitale, le immagini e le parole trasmesse hanno il potere di comunicare pensieri ed emozioni e di sottolineare spesso la presenza del Sé, l’identità assume molteplici figure e il virtuale diventa reale in uno spazio dove poter aumentare la disinibizione o quella finta emancipazione.
Oggi si vive con un brusio di fondo, banale e volgare che tende più che mai allo scorrere senza vivere, dove i confini sono sfumati e dove ciò che è giusto e ciò che è sbagliato si confondono grazie ad una volgarità di parole di gesti e di espressioni.
Quello che voglio dire é che vorrei poter trasmettere un messaggio di bellezza senza urlare rendendo sordo il cuore e il pensiero,perché infondo l’artista é colui che riesce a trasferirci nel suo microcosmo, in virtù di una invisibile magia, dolore e passione, tenerezza e resilienza unificati nell’unicità del presente nell’attesa di una “bella giornata “.
Ciascuno di noi aspetta la bella giornata, legittimamente, tutta la vita. Anzi, è la volontà stessa di vivere. È la causa della vita, quell’attesa: una speranza che noi nutriamo, altrimenti l’esistenza sarebbe inutile viverla.