Cisl-Fp: la Regione nega l’accesso agli atti
14 Aprile 2022Il leader cislino campano della funzione pubblica Lorenzo Medici: “La Regione non da’ notizie sulle spese del personale. Il Sindacato si rivolge al giudice.”
“Siamo arrivati al paradosso per il quale per svolgere la nostra attività in Campania di tutela dei lavoratori, prevista dalla Costituzione e non da un decreto dirigenziale qualsiasi, dobbiamo ricorrere al magistrato. Lo facciamo perché costretti da una burocrazia che pur di non disturbare chi manovra, scrive pseudo trattati a sfondo giuridico per non dirci come stanno i fatti”.
Lorenzo Medici, leader della Cisl Fp Campania, annuncia di aver dato mandato di adire le vie legali per fare chiarezza una volta e per tutte. “Leggiamo – dice – cose inaudite in risposta ad una nostra richiesta di un mese fa con la quale chiedevamo di conoscere la spesa del personale sanitario sostenuta nel 2004 per ogni singola azienda regionale, il limite fissato prima delle modifiche apportate agli asset dal 2011 in poi, i criteri seguiti in caso di scorporo ed accorpamenti, l’incremento di spesa per strutture di nuova istituzione, il costo del personale nel 2021 e le risorse destinate alla stabilizzazione dei precari. Numeri e cifre fondamentali per capire i motivi di un riparto del budget per il 2022 che dà 450 milioni di euro alla Asl di Salerno, gli stessi che prendono tutti assieme Avellino, Benevento e Caserta, e 170 milioni euro al Ruggi contro i 165 dell’Azienda dei Colli con 300 posti letto in più e i 179 del Cardarelli!”
La risposta della Regione sull’istanza di accesso agli atti dice che è necessario un “interesse diretto, concreto ed attuale” e che “alle organizzazioni sindacali va negato nel caso sia preordinato ad un controllo generalizzato ed indiscriminato sull’azione amministrativo”. La Giunta – conclude la lettera di diniego – “non è tenuta ad elaborare dati in suo possesso, anche se risultanti da documenti amministrativi da essa detenuti”.
“Non sappiamo – sottolinea Medici – se ridere o piangere. Il sindacato non svolge attività di spionaggio, ma quella molto più nobile di rappresentanza dei suoi iscritti, ed è suo interesse diretto, concreto ed attuale sapere come vengono spesi i soldi, in base a quale criterio sono stanziati, se si rispetta la legge che indica il tetto massimo del 2004 detratto l’1,4% per il monte salari e come si fa ad attribuire le risorse se non si elaborano i dati! Non è materia da secretare, questa, perché i soldi non sono di quelli che a vario titolo comandano in Regione ma di noi contribuenti. Il silenzio porta i dubbiosi a sostenere che i conti non quadrano, invece noi siamo certi che non è vero. Perciò chiediamo alla Magistratura di fare chiarezza, così saremo tutti tranquilli”.