Cisl-Fp Napoli: no blocco ricoveri, pazienti in case di cura dopo la stabilizzazione

Cisl-Fp Napoli: no blocco ricoveri, pazienti in case di cura dopo la stabilizzazione

13 Gennaio 2025 Off Di La Redazione

“Basta una banale influenza stagionale per mettere in ginocchio la sanità pubblica a Napoli. Una storia che si ripete puntualmente a ogni inverno, quando il virus raggiunge il picco di contagi. I pronto soccorsi, a partire dal Cardarelli, e fino a quelli della vasta provincia partenopea, sono pieni di pazienti ed ammalati che chiedono le prime cure, e il sistema va regolarmente in tilt. Tutto già visto, verrebbe voglia di dire, con il personale, già di per sé insufficiente per l’ordinario, che non ce la fa e gli ammalati che rischiano di stare intere giornate in attesa, col pericolo di peggiorare ulteriormente le condizioni di anziani e fragili. E le liste di attesa, che in altre parti d’Italia si riducono a seguito degli stanziamenti predisposti, da noi crescono ancora di più nonostante le risorse disponibili. Eppure, quelli che comandano, anziché attivare i posti letto necessari, previsti ed autorizzati negli ospedali ma non funzionanti, non riescono a fare altro che bloccare i ricoveri programmati, che allungano ulteriormente i tempi di attesa. Siamo davvero alla farsa!”.

Luigi D’Emilio, leader della Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana, punta l’indice contro i responsabili istituzionali della sanità. 

“E’ una cosa vergognosa – dice il segretario generale della federazione – ed insopportabile per un Paese civile come il nostro. File enormi di persone che chiedono di essere visitate e medici ed infermieri in gravi difficoltà per accogliere tutti, mentre a casa propria tanti altri bisognosi di cure, anche chirurgiche, aspettano invano”.

I ritardi nell’attivazione delle Case e degli Ospedali di Comunità “certificano ulteriormente – sottolinea D’Emilio – il mancato decollo della medicina territoriale ed il conseguente fallimento. E’ necessario che il settore venga messo in rete. Come? Utilizzando anche le cliniche private convenzionate, presso cui ricoverare i pazienti dopo la stabilizzazione in emergenza per sottoporli al trattamento necessario. Basta incrociare la singola domanda di salute con le divisioni specialistiche esistenti presso le Case di Cura private. E’ così difficile pensarci? O – conclude il numero uno della Fp – si deve continuare ad assistere inermi allo sfascio, nonostante il grande impegno e la dedizione che l’intero personale offre quotidianamente ai cittadini che chiedono aiuto? Perché al posto del blocco ai ricoveri non si fanno passi in questa direzione, la più semplice, e la più giusta per risolvere una delle tante carenze in cui vive il comparto in città e nella provincia?”