Cisl Fp, perchè diciamo no all’autonomia differenziata
7 Marzo 2024Al grido d’allarme lanciato dai sindacalisti cislini si unisce quello della Chiesa: contro una legge che mette a rischio i servizi pubblici in Campania.
Dalla Campania si leva un altro “no” all’autonomia differenziata come è prevista dal testo in discussione alla Camera dei Deputati, ed è un no pesante, che vede una inedita alleanza tra le diverse rappresentanze: quella sociale, con la Cisl Funzione Pubblica e una religiosa, con la Conferenza Episcopale regionale. Tutte e due d’accordo, eLa Cisl ribadisce con essi il giornalista de “Il Mattino” Marco Esposito e l’avvocato giuslavorista Mimmo Carozza, presenti al dibattito, a sostenere che “il disegno di legge allarga il divario tra Nord e Sud, e periferizza ancora di più le regioni meno ricche, mettendo a rischio i servizi pubblici fondamentali, a partire dalla sanità”.
A confronto il padrone di casa Lorenzo Medici, leader locale della federazione e il segretario nazionale Angelo Marinelli con monsignor Antonio Di Donna, presidente della CEC e vescovo di Acerra, e i due esperti di settore. Medici chiarisce subito che il “no” non è a prescindere. “Sull’autonomia – dice – possiamo parlarne per individuare le modalità migliori, ma si parte da una priorità. Devono essere finanziati i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni. Senza queste risorse non si va da nessuna parte, perché uno Stato che non garantisce i servizi minimi non è uno Stato. Bisogna prima procedere agli stanziamenti, superando la spesa storica che tanti guasti e tante divisioni ha prodotto in questi decenni e mantenendo il principio costituzionale intoccabile della solidarietà tra le diverse aree del Paese, poi si discute. E il sindacato è pronto a riflettere con gli altri su soluzioni in grado di assicurare una maggiore crescita per tutti”. Concetto ribadito da Marinelli, che sottolinea la necessità di “rafforzare l’unità nazionale e garantire l’equilibrio fra gli obiettivi di solidarietà, coesione e sussidiarietà”.
Il vescovo Di Donna ricorda che “la Costituzione prevede l’autonomia, ma in una cornice unitaria, che è il contrario di un Paese arlecchino” e rilancia il “federalismo solidale, unica strada per mettere assieme i due principi fondamentali, ovvero la sussidiarietà e la solidarietà, mentre questa legge, se passa, risolverà in via definitiva la questione meridionale eliminando il Sud per eutanasia”.