CittadinanzAttiva: al “Ruggi” vanno riorganizzati i percorsi dei pazienti Covid
2 Marzo 2021Organizzare il presidio Covid dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona” di Salerno finalizzato all’ottimizzazione dei percorsi per ridurre i contagi e i danni ai pazienti. A lanciare l’appello è il Tribunale del malato-CittadinanzAttiva presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria salernitana.
“Da segnalazioni più frequenti e allarmanti in questo periodo, si evincono permanenze troppo lunghe presso il Pronto soccorso del presidio del ‘Ruggi’ con percorsi ancora non ben differenziati tra pazienti Covid e non – si legge in una nota a firma delle coordinatrici, territoriale Margaret Cittadino, Pur salute Maria Grazioso, della responsabile Malattie Rare Maria Pastore e del segretario Pasquale Trotta, inviata ai direttori generale, sanitario dell’Azienda e al responsabile presidio Covid “Da Procida'”.
“Pazienti con franchi sintomi da Covid stazionano ore presso il Pronto Soccorso del Presidio Ruggi e poi vengono trasferiti al Presidio ‘Da Procida’ con un imprecisato numero di viaggi di trasferimento tra i due plessi”- prosegue la nota.
E avanzano una proposta. “Sarebbe utile un Pronto soccorso al ‘Da Procida’ in modo tale da accogliere nel presidio i sospetti Covid, effettuare loro il tampone e solo e se risultasse negativo, il paziente verrebbe trasferito al ‘Ruggi’, posizionandolo nelle stanze dell’OBI, all’uopo diventate grigie, in attesa di conferma dell’esito negativo del tampone. Al ‘Da Procida’, dunque, dovrebbe essere allocata un’altra apparecchiatura per processare i tamponi, utile magari anche per controlli a distanza come l”ulteriore criticità e l’assistenza riabilitativa ai pazienti Covid visto che le prestazioni riabilitative sono comprese nei LEA e, quindi, essenziali. In tutti gli ospedali Covid la riabilitazione viene garantita in tutte le fasi assistenziali, dalla terapia intensiva ai setting successivi fino alla dimissione e, quindi, al territorio. Presso il presidio ‘Da Procida’ i pazienti non hanno mai avuto e non hanno, tuttora, nessuna assistenza riabilitativa. Va immediatamente attivata la presa in carico nella fase acuta, l’inizio precoce del trattamento, la predisponine del programma terapeutico personalizzato e la definizione del percorso riabilitativo Per i pazienti post-Covid, per quelli positivi seppur clinicamente guariti e per i dimessi socialmente deboli o con postumi da affrontare in regime di ricovero va attivata nell’immediatezza la UVBR che deve operare in sinergia con quella dell’Asl”.
“Chiediamo a tal fine venga utilizzato il presidio ex ortopedia di Torre Angellara, che potrebbe ospitare, anche, le attività riabilitative non Covid, un centro per la ricerca e predisposizione di ausili e protesi e un centro vaccinale, in modo da non inficiare le funzioni essenziali del presidio ‘Ruggi’ che deve rimanere un Dea di secondo livello non Covid. Tutto questo dovrebbe essere valido sia per il protrarsi del Covid che per eventuali nuove pandemie”- conclude la nota.