Clinical Knowledge Portal
3 Ottobre 2019Una medicina personalizzata e sicura, grazie alla reale condivisione dei dati clinici e alla loro accessibilità. Questo l’obiettivo della piattaforma informatica nata dalla collaborazione tra medici.
Senza modificare le attuali modalità con cui ogni medico riconosce, registra ed interpreta i dati clinici che tratta durante la sua attività professionale, il portale della conoscenza clinica provvede alla normalizzazione ed alla rappresentazione dello stesso dato clinico esattamente come il collega riconosce, registra e visualizza lo stesso concetto clinico. Èil superamento delle barriere informative; una forma clinica di digital divide. Oggi tutti i sistemi utilizzati codificano spesso i dati con nomi diversi, rendendone impossibile la condivisione (basti pensare alla misurazione della pressione arteriosa, registrabile come sistolica e diastolica, ma anche come massima e minima). Questo strumento innovativo permette di convergere su termini univoci e di pianificare azioni sulle persone in cura, seguendo linee guida, riducendo rischi e liberando tempo da dedicare al rapporto con il paziente, che non dovrà spostarsi fisicamente insieme al faldone di esami, ma farà viaggiare le sole informazioni sulla sua salute. Il Portale della Conoscenza Clinica rivoluzionerà l’intero processo clinico, migliorando inoltre la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. In vista del lancio operativo, gli esperti internazionali che hanno contribuito alla realizzazione della piattaforma, si riuniranno il prossimo 7 ottobre a Firenze nel convegno “The clinical revolution”.
“La digitalizzazione in sanità, troppo a lungo considerata un lusso, è una strada obbligata perché il Sistema pubblico abbia lunga vita – afferma Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie -. Il nostro Paese investe però troppo poco: secondo i dati 2018 dell’Osservatorio Innovazione in Sanità Digitale del Politecnico di Milano, solo un terzo della Gran Bretagna e circa la metà della Francia. Eppure il risparmio possibile, legato per lo più ad un recupero di produttività, è stimato in almeno 6,8 miliardi di euro l’anno per le strutture sanitarie e di 7,6 per i cittadini. Stretti tra invecchiamento demografico e risorse sempre più limitate, dobbiamo ripensare il processo clinico: la competenza si realizza nel rapporto con il paziente, ma la nostra professione deve poter attingere a tutte le fonti di conoscenza. Ben venga uno strumento che consenta l’interconnessione tra medici e l’accesso a dati utili per la decisione clinica”.
“Ogni anno 90mila persone affette da un tumore attraversano l’Italia per curarsi – ricorda Francesco Cognetti,professore straordinario di Oncologia Medica, Università La Sapienza e direttore del dipartimento Oncologia medica dell’Istituto Nazionale Regina Elena. Il turismo sanitario oncologico costa alle famiglie migliaia di euro, in termini di visite mediche, farmaci, viaggi e assistenza. Un portale che consenta di muovere dati e non persone, di condividere il processo clinico e di collaborare tra noi oncologi, può incidere su questi “flussi migratori”, migliorando qualità delle cure ed equità di accesso, risparmiando risorse pubbliche preziose e liberando tempo da dedicare al rapporto con il paziente”.
Testimonial del Portale della Conoscenza Clinica è Carolyn Smith, danzatrice e coreografa di fama internazionale. “Abbiamo bisogno di un nuovo modello di assistenza sanitaria che permetta a tutti di essere curati nel modo migliore possibile, ovunque si trovino. Con questa piattaforma informatica, noi andiamo in ospedale solo quando è necessario, mentre i nostri medici possono chiedere consulti a colleghi anche a migliaia di chilometri di distanza. Vogliamo poter usufruire delle grandi opportunità che la rete ci offre, sia nella diagnostica che nella terapia e vogliamo portare a casa, alle persone che amiamo, il tempo rubato alla malattia”.
“Che l’innovazione digitale sia una leva irrinunciabile per la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario è ormai indiscutibile – afferma Carlo Mochi Sismondi, Presidente Fpa – Forum Pa -. Un Sistema che, a fronte di risorse limitate, deve rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei malati cronici e non autosufficienti. Le tecnologie, in particolare quelle che si basano sulla condivisione, l’analisi e l’utilizzo dei dati, possono essere il vero punto di svolta per realizzare cure e assistenza su misura per il paziente, riducendo al minimo la possibilità di errori, sprechi e inefficienze. Ma questo funzionerà solo se i diversi attori coinvolti, dagli operatori sanitari ai medici di base fino agli stessi pazienti, saranno consapevoli di queste potenzialità e collaboreranno per condividere le informazioni e per sfruttare tutte le potenzialità offerte da queste tecnologie. La soluzione del Ckp | Portale della Conoscenza Clinica e l’appuntamento del 7 a Firenze si inseriscono in questo percorso di collaborazione e di condivisione di strumenti e strategie”.
“I medici oggi usano spesso sistemi impostati per codificare e registrare dati clinici con approcci diversi. Il nostro Portale mette in collegamento i modelli utilizzati, riducendo il rischio di interpretazioni errate – afferma Giorgio Moretti, Presidente di Dedalus Holding -. Il CKP vuole rivoluzionare l’intero processo clinico consentendo di pianificare azioni sul paziente e condividere linee guida e migliori pratiche. Un valore speciale del CKP emerge nella ricerca: oggi i Clinical Trials sono un lavoro molto complesso. Le informazioni vengono spesso riscritte nel software, richiedendo un grande sforzo da parte dei medici e incidendo pesantemente sulla qualità dei dati.
Grazie al CKP, i medici possono recuperare le informazioni essenziali sui dati da raccogliere e le azioni richieste. Ultimo, ma non ultimo, le comunità cliniche propongono, votano e convalidano i Casi d’uso clinico e i concetti clinici. Un medico può partecipare a diverse comunità cliniche: quella della sua società clinica, quella internazionale, una comunità dell’ospedale in cui lavora, la comunità di una scuola di pensiero specifica e così via. Grazie al lavoro delle comunità cliniche, Ckp può crescere e rimanere aggiornato. Il Ckp è il modo in cui i clinici possono finalmente cambiare il modo di prendersi cura delle persone”.