Come evitare le infezioni protesiche
29 Ottobre 2022Con una corretta diagnosi ed i giusti interventi terapeutici è possibile risparmiare fino ad 80mila euro per ogni paziente, evitando infezioni conseguenti all’innesto di protesi o mezzi di sintesi come viti e placche necessarie per gli interventi post traumatici.
È quanto emerso nel corso del congresso “Le Infezioni Associate ai Device in Ortopedia: dalle protesi articolari ai mezzi di sintesi”, in corso a Villa Dora D’Angri, organizzato dalla dottoressa Tiziana Ascione, infettivologa dell’AORN A. Cardarelli di Napoli e dal professor Giovanni Balato, Ortopedico dell’Università Federico II di Napoli con il patrocinio GISTIO (Gruppo Italiano di Studio e Terapia delle Infezioni Osteoarticolari).
Le complicanze e l’aggressività delle infezioni sui pazienti prevedono una serie di interventi terapeutici spesso influenzati da emotività e da azioni non sempre riconducibili all’evidenza scientifica disponibile; da qui l’esigenza del confronto tra gli oltre 150 esperti provenienti da tutt’Italia.
“Quello che manca – spiega Balato – è un approccio multi disciplinare alle infezioni. Nella pratica clinica la collaborazione tra ortopedico ed infettivologo, sempre auspicabile, deve giungere ad una diagnosi nel paziente ed indicare la giusta scelta terapeutica che possa ridurre la percentuale di insuccesso e la recidiva dell’infezione che, ad oggi, si attesta ancora intorno al 15%”. “In Italia – prosegue Balato – esistono poche Regione che hanno un PDTA (Percorso Terapeutico Diagnostico Aziendale) sulle infezioni in ortopedia: in pratica nel Sud Italia non esiste alcuna struttura ospedaliera che abbia creato un team multidisciplinare per la prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni in ortopedia, sebbene ogni paziente affetto da infezione costi alle casse pubbliche tra i 70 e gli 80 mila euro” Eppure, la letteratura scientifica per il trattamento delle infezioni associate ai device in ortopedia protesica e nel trauma è in continuo aumento. “Esistono numerose Linee Guida delle principali Società Internazionali di Ortopedia e di Malattie Infettive e due Consensus Mondiali del 2013 e 2018 – commenta Ascione – che hanno cercato di fare ordine su un argomento dove ancora regnano scelte fatte per tradizione e per gestione individuale”. “La prevenzione, la diagnosi precoce ed il corretto trattamento medico chirurgico – prosegue la Ascione – richiedono un aggiornamento costante e approfondito; è necessario inserire nella pratica quotidiana tutte le acquisizioni fornite dalle recenti evidenze scientifiche. Bisogna raggiungere dei protocolli uniformi in grado di identificare il giusto percorso terapeutico che tenga in considerazione il paziente, le sue comorbidità e i fattori che possano incidere sulle scelte terapeutiche”.