Concerti di Natale a Sorrento, si parte con “Il Messiah di Haendel
17 Dicembre 2022Quest’anno il programma della rassegna “Concerti di Natale a Sorrento” sarà all’insegna della musica dotta e religiosa. La S.C.S. (Società di Concerti di Sorrento), nell’ambito della kermesse “M’Illumino d’inverno”, giunta alla sua XIV edizione e promossa dal Comune di Sorrento con il patrocinio della Regione Campania, vede alla direzione artistica il maestro Paolo Scibilia.
Domenica 18 dicembre, con inizio alle ore 19.15, il direttore artistico proporrà, all’interno della Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo di Sorrento, i primi 18 numeri dell’Oratorio “Messiah” di Georg Friedrich Haendel, con solisti, il soprano Romina Casucci, il contralto Simona Guerrini, il tenore Stefano Sorrentino e il basso Raffaele Pisani, con i cori “Alfredo Casella” ed “Estro Armonico” preparati da Silvana Noschese, Caterina Squillace ed Eleonora Laureto e l’ Orchestra ICO 131 della Basilicata, tutti diretti da Francesco D’Arcangelo. Il Messiah fu scritto da Haendel al compire dei cinquantasei anni, nel 1741. Haendel aveva una grandissima esperienza di teatro per musica e di musica oratoriale. Il suo Messiah sembra una grandissima pagina di teatro situata in una cornice formale che non appartiene affatto al teatro. Ma il fatto musicale è splendore di tinte in scena, di luci che inseguono eventi, dalle voci, resi plastici. Si può fare teatro con un’idea della venuta del Cristo in terra, e dell’energia che quella venuta ha liberato? Haendel ci dice che è possibile, senza che quel grande evento ne sia diminuito di senso. Anzi, ne risulta potenziato per un’espansione figurale, pur trattandosi di musica. L’oratorio in tre parti per soli, coro e orchestra è concepito nel corso dell’estate, in un breve lasso di tempo; una manciata di settimane basta a Händel per allestire una partitura alla quale il suo nome è indissolubilmente legato. Il 22 agosto ha inizio l’impresa che si conclude il 14 settembre, le tre parti della monumentale pagina sono datate rispettivamente 28 agosto, 6 e 12 settembre. La folgorante scrittura è alimentata dal testo approntato da Charles Jennens, già redattore dei testi Saul (1738) Israel in Egypt (1738) L’Allegro, il Pensieroso ed il Moderato (1741), su materiali tratti dalla Bibbia di re Giacomo. “Per molti appassionati della musica il Messiah di Handel è per l’oratorio quello che lo Schiaccianoci è per la danza classica” ha scritto il direttore d’orchestra Hogwood nelle note di una edizione del Messiah HWV 56 di Handel uscita alcuni anni fa con il Sole 24 Ore. Il “Messiah” è stato sicuramente il fulcro della carriera di Handel. Il 6 aprile 1759, il compositore fece la sua ultima apparizione pubblica dirigendolo a Londra, otto giorni dopo morì all’età di 74 anni. Al suo funerale, tenutosi all’Abbazia di Westminster, parteciparono circa 3000 persone. Tre anni dopo lo scultore francese Louis Roubiliac creò il monumento a Handel e al Messiah che si trova all’Abbazia. Il monumento raffigura Handel con uno spartito in mano. In alto, un angelo suona una lira. La partitura è aperta alla pagina dell’assolo di soprano che apre la parte III del Messiah: I know that my Redeemer liveth, and that He shall stand at the latter day upon the earth (So che il mio Redentore vive e che rimarrà fino alla fine dei giorni della terra).