Consiglio Nazionale Sumai
10 Dicembre 2019Gabriele Peperoni: “Dal ministro parole incoraggianti. Insieme per porre un freno all’emorragia di specialisti”. Imperatore: “Il Ssn finalmente improntato ai principi della Costituzione”.
All’insegna di grandi cambiamenti il Consiglio nazionale del Sumai-Assoprof a Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro della salute Roberto Speranza. Proprio il ministro ha dimostrato apertura rispetto alle richieste degli ambulatoriali sull’aumento a domanda delle ore agli specialisti fino al massimale di 38, come peraltro previsto dall’Accordo collettivo nazionale. Stessa disponibilità è stata data da Speranza sull’avvio di un tavolo tecnico per riformulare il principio dell’incompatibilità tra pubblico e privato accreditato.
Si tratterebbe di un grande passo avanti, certamente per il settore degli specialisti ambulatoriali, ma anche per il sistema salute in generale. Un segno della volontà di destinare più risorse per il Sistema sanitario nazionale a garanzia di una migliore continuità assistenziale ai cittadini, ma anche una ricetta per porre un freno alla migrazione del personale sanitario che, specialmente in alcune regioni tra cui la Campania, sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza.
“Apprezzabile che il ministro Speranza si impegni nell’avvicinare il Ssn ai principi fondamentali della Costituzione – afferma Clara Imperatore, consigliere provinciale Sumai Napoli – ed è stata accolta altrettanto calorosamente la sua dichiarazione sul fatto che si è concretizzato, con un emendamento al Dl fiscale, l’innalzamento del tetto per le assunzioni del personale al 15% sulla quota aggiuntiva di fondo sanitario”.
Per quanto riguarda le ore di lavoro “l’intervento del ministro è stato particolarmente interessante – commenta Gabriele Peperoni, vicepresidente nazionale Sumai – in quanto ha denotato un grande interesse verso il territorio. Ad oggi molti colleghi sono comprensibilmente spinti, dalle attuale condizioni, ad accettare offerte di lavoro all’estero per avere contratti a tempo a pieno. Oggi – continua Peperoni – aprendosi la possibilità di avere anche qui questo tipo di contratto sul breve o sul medio periodo, lo specialista sarà più allettato a rimanere sul territorio, sapendo di poter accedere al massimo in un paio d’anni alle 38 ore. Non si tratta semplicemente di favorire la nostra categoria – puntualizza il vicepresidente Sumai – ma di incentivare la permanenza degli specialisti nelle nostre regioni”.
Anche sull’aspetto delle incompatibilità, i nuovi scenari prospettati dal ministro incontrano il plauso del direttivo Sumai: “Ad oggi lo specialista con un numero esiguo di ore ha per contro tutte le incompatibilità previste da un tempo pieno – commenta Peperoni – e questo è un altro fattore che non incoraggia a lavorare in Italia. Penso ad esempio all’accreditato pubblico che è una tipologia molto presente nelle regioni del Sud. L’ideale sarebbe consentir loro di svolgere una parte di ore anche in altre attività, cosa che, sommata all’aumento del numero di ore di cui sopra, consentirebbe il raggiungimento di una remunerazione adeguata”.