Coronavirus e trapiantati

Coronavirus e trapiantati

17 Marzo 2020 0 Di Franco Martino*

L’Associazione Italiana Trapiantati di Organi – Aitf – OdV- rivolge un accorato appello ai trapiantati ed alle Autorità sanitarie regionali!

 

Gentile direttore, vorrei cogliere l’opportunità di utilizzare il Suo autorevole quotidiano per fare un accorato appello a tutti i trapiantati di organi del territorio, nonché per far giungere alcune considerazioni che in questi giorni drammatici stiamo vivendo al solo scopo di poter offrire anche un contributo di idee a coloro che, istituzionalmente, hanno il dovere e il potere di verificarne la bontà ed eventualmente metterle in pratica.

L’appello, peraltro già fatto nei giorni scorsi attraverso i nostri poveri canali di comunicazione,  ha come finalità la riduzione della mobilità dei pazienti  trapiantati, categoria assai fragile com’ è noto , e l’invito a non andare negli ospedali, ambienti assolutamente  a rischio, utilizzando  una modalità di controllo che, peraltro, a Caserta, in accordo con il dottor Pietro Rocco, responsabile del reparto, si sta  già applicando per i pazienti con funzione epatica più stabile, ( si invia loro, via e mail, le risultanze delle analisi di laboratorio che non prevedono la prescritta visita e i conseguenti cambiamenti della posologia dei medicinali salvavita da prescrivere) limitando solo  a coloro che hanno una condizione generale non stabile – che, purtroppo, rimangono comunque  tantissimi – l’accesso specifico in ambiente ospedaliero.

Tale modalità risulta già messa in pratica anche a Salerno per i trapiantati renali, grazie alla lungimiranza del professor Paride De Rosa, responsabile di centro trapianti, con il quale lo scrivente si trova da sempre ad operare in perfetta sintonia.  Ma la vera forza di tale appello, scaturisce anche da un’altra riflessione che viene sempre più prepotentemente alla mente leggendo e ascoltando quotidianamente le trasmissioni sul Covid 19, che, per certi aspetti, fanno davvero rabbrividire.  Ebbene a tale proposito vorrei ancora dire ai cari colleghi trapiantati che la necessità di tutelarsi bene, nasce anche dal fatto che se sfortunatamente dovesse essere contagiato qualcuno di noi, e trasportato in ospedale in condizioni critiche, con i tempi che corrono non mi meraviglierei più di tanto se, in caso di malaugurato decesso, si ascoltasse la laconica frase che sentiamo spesso: “E’ un caso di comorbilità, purtroppo  c’erano altre patologie, era un trapiantato…!” Perciò, amiche e amici cari: STATE A CASA!!!

Il secondo appello che ritengo giusto fare alle nostre autorità sanitarie è il seguente:

in casi come questi che stiamo attraversando, convocare subito il Comitato Tecnico Scientifico, anche via Skype se occorre, in maniera da poter predisporre subito delle procedure convalidate e garantiste per il follow-up dei pazienti trapiantati nell’ambito della rete regionale degli Hub e Spoke. Inoltre, visto che non credo che dopo il 25 marzo la situazione cambi se non in peggio , di prepararci ad affrontare il problema a lungo termine, anche perché l’esperienza ci insegna che, talvolta, al danno si aggiunge la beffa, poiché in ogni ospedale, oltre alle tantissime persone perbene che fanno onoratamente il proprio dovere, c’è sempre qualche sciacallo che cerca di approfittare di emergenze come queste, per mettere in atto delle squallide azioni proprio contro i trapiantati, per il solo gusto di soddisfare qualche istinto represso maturato soltanto in virtù di un proprio fallimento professionale.  Resto, pertanto, fiducioso che ciò si possa fare e che siano coinvolte più seriamente anche le Associazioni per la necessaria condivisione delle procedure utili da mettere in pratica.

L’ultimo appello, infine, condiviso anche con illustri medici, compreso il prefato professor De Rosa, è quello di valutare la possibilità di far viaggiare in questa fase critica, gli organi e non i pazienti, visto che le regioni più esposte ed a rischio, sono proprio quelle in cui maggiormente i nostri pazienti vanno a farsi trapiantare; salvo poi provvedere alla restituzione degli organi quando la situazione si sarà normalizzata. Tutto questo, ovviamente, affinché non succeda nulla ai pazienti o ai loro familiari conterranei, che ancora si accollano i viaggi della speranza;  poiché se così non dovesse essere, ci potremmo trovare  proprio di fronte alla tipica catastrofe annunciata.

*Presidente Aitf Caserta