Coronavirus e trattamento dell’infarto acuto
2 Maggio 2020“Anche durante la pandemia da Covid- 19 l’angioplastica coronarica percutanea (pci) rimane lo standard di cura nei pazienti colpiti da manifestazioni gravi”.
Un documento di consenso firmato dall’American College of Cardiology dall’American College of Emergency Physicians (Acep) e dalla Society for Cardiovascular Angiography & Interventions (Scai) descrive in modo esaustivo come trattare i pazienti con infarto miocardico acuto durante la pandemia da Covid-19. L’articolo, primo autore Ehtisham Mahmud dell’Università di California San Diego, è stato appena pubblicato sul Journal of American College of Cardiology. “Anche durante la pandemia da Covid- 19 l’angioplastica coronarica percutanea (pci) rimane lo standard di cura nei pazienti con infarto miocardico e sovraslivellamento del segmento ST (Stemi), ma solo negli ospedali in grado di attuare la procedura tempestivamente in un laboratorio di emodinamica dotato di personale esperto che indossa i necessari dispositivi di protezione individuale” consigliano gli autori, aggiungendo che una strategia alternativa basata sulla fibrinolisi può essere invece preferibile negli ospedali senza emodinamica oppure in situazioni specifiche in cui la Pci non può essere eseguita o non è considerata la migliore opzione. Il presidente Scai Mahmud e i coautori invitano inoltre tutti i medici a ricordare che le manifestazioni cardiovascolari di Covid-19 sono complesse, e che in questi casi l’infarto acuto del miocardio dovrebbe entrare in diagnosi differenziale con la miocardite che simula uno Stemi, la cardiomiopatia da stress o comunque non ischemica, lo spasmo coronarico oppure una lesione miocardica aspecifica. “Prima di scegliere la strategia riperfusoria si dovrebbe prendere in considerazione un ampio ventaglio di patologie alternative che potrebbero essere alla base del sovraslivellamento del tratto ST, non ultima la miocardite spesso associata all’infezione da nuovo coronavirus” ribadisce Mahmud. E conclude: “È indispensabile, inoltre, che durante la pandemia da Covid gli operatori sanitari utilizzino Dpi adeguati in tutte le procedure invasive eseguite, e che i nuovi test rapidi vengano diffusi rapidamente in tutti gli ospedali che gestiscono pazienti con infarto miocardico”.