Coronavirus, gli ipertesi devono continuare la terapia
16 Marzo 2020L’Associazione e la lega italiana contro l’ipertensione raccomandano agli ipertesi di non interrompere la cura perché non è dimostrata la relazione con lo sviluppo della patologia virale.
“I pazienti ipertesi non devono modificare o abbandonare la terapia antiipertensiva, che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere le persone dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa e l’insufficienza renale”.
È la raccomandazione della Società italiana dell’ipertensione arteriosa-lega italiana contro l’ipertensione arteriosa (Siia), in riferimento a quanto pubblicato nei media sulla presunta relazione tra assunzione della terapia farmacologica antiipertensiva (ace-inibitori, sartani) e rischio di infezione da coronavirus, con la possibilità di sviluppare forme gravi di covid-19.
“Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, questa relazione rappresenta solamente una ipotesi di lavoro e di ricerca, che non deve assolutamente portare il paziente iperteso a sospendere la terapia antiipertensiva – afferma il professore Claudio Ferri, ex presidente della Siia e direttore della medicina interna presso l’Università dell’Aquila – come tutte le ipotesi, questa presunta relazione dovrà essere sottoposta al vaglio della ricerca clinica, che la Siia sosterrà con vigore e determinazione sia nell’ambito italiano che internazionale attraverso collaborazioni, con l’obiettivo di raccogliere dati scientificamente attendibili nel più breve tempo possibile”.