Coronavirus, i bambini come casi sentinella
8 Aprile 2020Se i più piccoli manifestano sintomi di infezione ascrivibili a sindromi “influenzali” devono essere considerati “eventi spia” di un possibile trasmissione intra-familiare del Coronavirus.
“A questo punto dell’epidemia non condividiamo la tesi di chi afferma che i tamponi sui bambini debbano essere eseguiti solo in caso di febbre che perduri elevata per tanti giorni o di sintomi gravi. Il tampone sui bambini non serve di per sé ai bambini stessi, che nella stragrande maggioranza dei casi manifestano l’infezione Covid-19 con sintomi medio-lievi, ma è necessario per mettere in evidenza il pericoloso fenomeno della diffusione intra-familiare dell’infezione da parte di adulti asintomatici, pre-sintomatici o pauci-sintomatici. I bambini sono chiusi in casa ormai da settimane. Se manifestano sintomi di infezione ascrivibili a sindromi influenzali (anche non gravi) devono essere considerati casi sentinella di un possibile trasmissione intra-familiare del Coronavirus, anche se gli adulti con cui convivono risultano asintomatici. Eseguire tamponi e analisi sierologiche sul cluster familiare ci aiuta a rilevare i positivi e gli immuni, ovvero a mappare l’epidemia e a pensare al futuro. Partiamo dalle famiglie per censire la diffusione del virus sul territorio, senza rompere l’isolamento domestico e rischiare di amplificare il contagio”, avverte il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Paolo Biasci.
“Abbiamo predisposto una nuova flow-chart per i pediatri di famiglia – prosegue il segretario nazionale alle attività scientifiche della Fimp, Mattia Doria – in presenza di segni di infezione non riconducibili in maniera evidente ad altre malattie, dobbiamo trattare il bambino come caso sospetto di Covid-19. Dobbiamo esercitare il principio di precauzione e assumere, per prudenza, che tutte le patologie acute che insorgono nei più piccoli in un periodo di mancata esposizione sociale tranne gli stretti conviventi, siano infezioni da Covid-19 fino a prova contraria. Ciò che è sempre più importante, con l’evolversi dell’epidemia, non è più o non solo il riconoscimento dei pazienti gravi ma l’interruzione della circolazione del virus tra la popolazione apparentemente sana”.
“L’isolamento domestico, nel panorama epidemiologico attuale caratterizzato dal crollo dell’epidemia influenzale stagionale e dalla netta riduzione delle altre patologie infettive e di organo – riprende il presidente della Fimp – è un elemento importante per definire la linea di contagio. Il bambino con sintomi infettivi, anche lievi o aspecifici, può essere infatti il primo segnale di diffusione del virus in un possibile contesto familiare di genitori positivi asintomatici che, se non riconosciuto, continueranno inconsapevolmente a uscire di casa e ad avere contatti sociali nei contesti più comuni, dal lavoro alla spesa al supermercato”.