Coronavirus, il “gran rifiuto” di 4 anestesisti

Coronavirus, il “gran rifiuto” di 4 anestesisti

23 Marzo 2020 0 Di Gaetano Milone

“La loro professionalità rappresenta una categoria indispensabile a vincere la “guerra” contro il Covid-19, ma anziché “correre alle armi” pongono una questione economica al rialzo.

 

Rifiutano il contratto di lavoro autonomo di durata semestrale perché il trattamento economico riconosciuto è inferiore alle loro aspettative che è quella di essere pagati per ogni singola ora di lavoro, “tanto a noi ci assumono le altre Regioni e ci pagano quanto vogliamo”.

Quattro medici iscritti al IV anno di Scuola di Specializzazione disciplina Anestesia e rianimazione – A.S., V.S., R. C., F. D.S. – a cui era stato offerto un compenso pari alla differenza tra quanto percepito per l’attività di specializzazione ed il trattamento economico fondamentale previsto dal vigente CCNL dell’Area Sanità per Dirigente  Medico di analogo profilo, scrive il direttore Generale dell’Asl Na1, Ciro Verdoliva in una “Comunicazione” inviata al Presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca, al Direttore Generale per la tutela della salute, Antonio Postiglione ed al Prefetto di Napoli, “ in un momento difficile per il nostro Paese rappresentando con la loro professionalità una categoria indispensabile a vincere la “guerra” contro il Covid 19 – anziché “correre alle armi” pongono una questione economica “al rialzo” rispetto all’offerta adeguata a quanto percepiscono i dirigenti anestesisti già in servizio da anni, e respinta affermando che “tanto a noi ci assumono altre regioni e ci pagano quanto vogliamo”.

E conclude, “rimetto alle SS.LL. ogni valutazione conseguenziale oltre alla commiserazione per tale vile e vergognoso comportamento di tali “professionisti” che dovrebbero rappresentare il “futuro” del nostro Paese”.

Noi ci limitiamo ad aggiungere quanto scritto, tra l’altro, nel Giuramento di Ippocrateche ogni medico fa suo nel momento in cui inizia la sua nobile professione… Giuro di stimare il mio maestro di quest’ arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa.