Coronavirus, il suono del silenzio
28 Marzo 2020L’amore di Dio, senza misura, è l’unico rimedio per consolare i cuori di tanti, troppi, che in questa pandemia hanno dovuto dire addio a padri, madri, fratelli, figli…
Piazza San Pietro vuota, spettrale. Due sole figure si sono stagliate sullo sfondo del colonnato del Bernini che idealmente abbraccia la cristianità e che, per la prima volta, ha abbracciato il vuoto di uno spazio aperto solo al pontefice ed all’antico crocifisso ligneo che fermò la peste nel 1500. Su quel legno il simulacro del Crocifisso che continua a versare sangue dallo squarcio prodotto dalla lancia. Un papa dall’andatura incerta ma questo nulla ha tolto, anzi, alla solennità della benedizione “Urbi et Orbi”. Alla città ed al mondo.
Il suono del silenzio, rotto solo dal gocciolare della pioggia che ha contribuito a dare tragica nobiltà alla scena. La preghiera promossa dal pastore di un gregge sempre più avvilito sotto i colpi della pandemia che sta mietendo vite a migliaia.
È stato lo specchio di quello che succede nelle nostre strade, nelle nostre piazze: silenzi prolungati, lacerati dal suono di qualche ambulanza. Lo smarrimento che segue quel suono di tanti che, solo oggi, di fronte ad una tragedia immane si ricordano di Dio e ne invocano l’intervento.
Come una folgorazione, sta crescendo nel cuore dei più la riflessione che l’infinitamente piccolo ha messo in ginocchio chi pensava di essere infinitamente grande. È bastato un virus per mettere a nudo le fragilità di un sistema mondiale che si nutre solo di affari e di soldi.
Dio è Amore, Misericordia. Accoglierà sicuramente le invocazioni di tanti figli che tornano all’ovile. Non chiederà spiegazioni. Non vorrà ascoltare i nostri: “Padre mio ho peccato contro Dio e contro di te, non merito di essere chiamato tuo figlio”. Farà portare le vesti della festa e farà preparare il vitello grasso, “perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Rallegriamoci!