Coronavirus, la cura del … canto
15 Maggio 2020“Ho sfruttato le mie doti canore, la mia grande passione musicale felice di veder il sorriso sul volto di persone sofferenti e preoccupate per il decorso della malattia”.
Nell’infinito dramma vissuto nel freddo di un letto d’ospedale a lottare tra la vita e la morte per tentare di sconfiggere la terribile epidemia da coronavirus, da soli, senza il conforto dei familiari, vengono fuori testimonianze di grande umanità ed amore per il prossimo che vanno oltre il “dovere”.
Sono state scritte nel quotidiano da chi nei freddi reparti dei tanti “ospedali da campo” della nostra bella Italia hanno regalato un sorriso, una carezza, “la vicinanza” affettiva al “fratello” ricoverato.
Storie di “varia umanità”, di spirito di servizio ed altruismo professato dal personale medico e paramedico, ci vengono dall’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia soprattutto nei giorni del picco massimo dei ricoveri e prima dell’inaugurazione di nuovi reparti dell’ospedale di Boscotrecase esclusivamente dedicati a Covid 19.
“Sono riuscita a donare attimi di spensierata felicità a numerosi ricoverati in isolamento durante il mio turno lavorativo cantando canzoni a loro particolarmente care”. “Ho sfruttato le mie doti canore, la mia grande passione musicale felice di veder il sorriso sul volto di persone sofferenti e preoccupate per il decorso della malattia”. A parlare è Claudia Irto, stabiese doc, infermiera al pronto soccorso del San Leonardo, che ha saputo coniugare la sua professionalità e l’amore per la musica (nel suo curriculum, tra l’altro. serate, feste di piazza, l’incisione di brani inediti, finalista al premio “Mia Martini” con il brano “Qualcosa Cambierà” scritto ed arrangiato da Giuseppe de Simone, partecipazione al progetto Orione con il brano “exciting things”) con la vicinanza affettiva al paziente sofferente.
“Un’anziana signora – una vita in gioventù trascorsa in America -ci racconta la giovanissima Claudia – appena arrivavo i corsia, voleva che le cantassi “ New York New York” ed i suoi occhi si ravvivavano con un sorriso che le illuminava il volto”.
“Brani di Mina erano poi richiesti da altri ricoverati felici di “sentirsi” collegati in questo modo al mondo esterno” considerato il totale isolamento imposto dal protocollo medico.
”Ho anche qualche ricordo triste – ha aggiunto Claudia. Ad un degente in condizioni critiche, su sua richiesta poco prima che spirasse lontano dagli affetti familiari, ho cantato “Mamma son tanto felice perché ritorno da te…”
Un messaggio di solidarietà umana dall’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, una pagina di vita vissuta tra drammi, momenti di gioia, regalati ai degenti da un angelo con la divisa di infermiere per ricordare all’Italia intera il sacrificio di chi ha anche sacrificato la propria vita per salvarne altre.