Coronavirus, mortalità più alta in Italia?

Coronavirus, mortalità più alta in Italia?

15 Marzo 2020 0 Di La Redazione

Secondo WAidid pare proprio di sì, anche se il dato è contestato da alcuni virologi italiani che affermano che le diverse conclusioni nascono da parametri di riferimento diversi.

 

Una letalità fino a 12 volte maggiore rispetto ad altri Paesi, e comunque la più alta del mondo, è quella che sta facendo registrare in Italia Covid-19. A contribuire a questo tragico primato sono l’eterogeneità dei trattamenti in tutto il territorio e la scarsa tracciabilità dei casi positivi asintomatici a cui non viene effettuato il tampone nonostante siano stati a stretto contatto con uno o più pazienti accertati, contribuendo in modo inarrestabile alla crescita del contagio. Questo il monito dell’Associazione mondiale delle malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid), presieduta dalla professoressa Susanna Esposito, che lancia un forte appello per combattere la pandemia, anche sulla base dell’esperienza degli esperti cinesi.

“Diagnosi precoce, isolamento e trattamento sono i cardini per tenere a bada l’epidemia. Ma la tracciabilità si rivela fondamentale – ha dichiarato la professoressa Susanna Esposito, presidente WAidid e professore ordinario di pediatria all’Università di Parma – i positivi asintomatici o paucisintomatici continuano a mantenere alta la circolazione del virus e recenti dati pubblicati su The Lancet dimostrano come la mediana dell’eliminazione virale sia di 21 giorni e non di 14 giorni. Ciò significa che una parte di positivi in Italia circola liberamente perché non sa di essere positiva e un’altra parte esce di casa ancora positiva dopo la quarantena domiciliare di 14 giorni perché nessuno controlla che il tampone si sia negativizzato.

Ritengo sia corretto invitare la popolazione a stare a casa, ma non basta. È essenziale che ai contatti stretti di casi positivi sia effettuato il tampone per la ricerca di Covid-19, cosa che finora è avvenuta in una assoluta minoranza di situazioni. Medici, infermieri e operatori sanitari ogni giorno curano decine di malati Covid-19 positivi senza alcun tipo di controllo. Lo stesso vale per i familiari di casi positivi che non presentano alcun sintomo, ma che in realtà possono essere infetti da Covid-19 e continuare a contagiare. Inoltre, molto importante è rivedere, e continuamente aggiornare a seconda delle evidenze progressivamente disponibili, la modalità di trattamento che, ad oggi, risulta essere differente tra un centro e l’altro”.

Quella del Covid-19 è una pandemia globale, così l’Organizzazione mondiale della sanità l’ha definita l’11 marzo scorso a seguito di migliaia di casi nel mondo e della crescita esponenziale di contagio che il nuovo Coronavirus sembra destinato ad avere.