Coronavirus, scudo penale per gli addetti della sanità
7 Aprile 2020Covid-19: proposte di emendamento al decreto “Cura Italia” su possibile esonero di responsabilità per strutture sanitarie ed operatori sanitari.
In questo periodo emergenziale sta prendendo sempre più piede, la necessità di proporre un emendamento al Decreto “Cura Italia” che preveda un esonero, in un periodo limitato solo al persistere dell’emergenza Covid, delle responsabilità sia per le strutture sanitarie che per tutti gli operatori sanitari, in primis medici e personale infermieristico. In pratica, si sta lavorando all’ipotesi di prevedere una sorta di scudo penale, al fine di difendere i medici da possibili rivalse civili o penali. In questo ambito, però, la comunità giuridica è divisa tra chi invoca, per l’appunto, l’adozione di misure straordinarie e chi, invece, mette in guardia sulla costituzionalità di un simile provvedimento.
La bozza di emendamento è già pronta, ed è intitolata “Articolo 13bis, limitazioni alla responsabilità civile, penale ed amministrativo-erariale delle Strutture sanitarie e degli esercenti le professioni sanitarie”. Questa una delle ultime versioni circolate che potrebbe, ovviamente, essere modificata svariate volte fino all’approvazione finale che si avrà con il voto in Parlamento: “Durante il periodo dello stato di emergenza epidemiologica Covid-19, di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio scorso ed eventuali successive modifiche o proroghe, o in dipendenza dalla stessa emergenza, la responsabilità civile, penale ed amministrativo-erariale degli esercenti le professioni sanitarie e delle strutture sanitarie e socio sanitarie, pubbliche e private, è limitata alle sole ipotesi di condotte dolose, in deroga ad ogni altra disposizione vigente ed in ragione dello straordinario periodo di emergenza e di impegno eccezionale cui sono chiamati i sanitari”.
Il dibattito è ancora in corso sopratutto in merito alla parte che prevede la punibilità per solo dolo, la versione che tutela maggiormente, o si allarga a “colpe gravi” oppure un’altra versione ancora che prevede le “colpe macroscopiche”. Un altro aspetto su cui, poi, si discute ancora molto è dato dalla circostanza che l’ipotesi di scudo non si estende solo ai medici ma, anche, alle strutture sanitarie sia pubbliche che private. Il dibattito su un emendamento di tale natura si è fatto strada per rispondere a preoccupazioni crescenti da parte del Governo, dei medici ed, anche, di una parte della comunità giuridica. Il primo nodo riguarda gli sforzi a cui è chiamata la categoria degli operatori sanitari, che nelle ultime settimane hanno combattuto strenuamente nella trincea contro il virus, non di rado senza protezioni sufficienti, lasciando sul campo decine di vittime. Sarebbe impensabile, ragionano dall’esecutivo, che ad epidemia cessata, ospedali e medici venissero travolti dai processi. Ci sono, inoltre, altri aspetti che riguardano l’eccezionalità della pandemia: dall’immissione di migliaia di giovani specializzandi assunti in deroga all’esame di Stato a decisioni che, in taluni casi, sono state centralizzate.
Su tali proposte, però, si è aperto un dibattito anche tra i giuristi favorevoli e quelli contrari. Tra i favorevoli prevale la linea secondo cui non basta evitare condanne a carico dei medici, ma occorrerebbe evitare loro anche solo processi ed inchieste con l’emanazione di una vera e propria legge, chiamata ad intervenire sull’azione penale obbligatoria. Tra i contrari, invece, prevale la tesi che tale proposta sarebbe a rischio incostituzionalità poiché vi sarebbe il serio rischio di far passare sotto lo scudo penale anche comportamenti deontologicamente scorretti. In ogni caso, il dibattito è in corso e tutto potrà essere modificato fino a quando non vi sarà il voto finale da parte del Parlamento. Staremo a vedere cosa accadrà ovvero se passerà la linea dei favorevoli oppure dei contrari.