Coronavirus tra emergenza globale e paura del contagio: aiutiamoci con la medicina integrata (II parte)

Coronavirus tra emergenza globale e paura del contagio: aiutiamoci con la medicina integrata (II parte)

26 Marzo 2020 0 Di Andrea Del Buono *

“Il buon senso se ne stava nascosto per paura del senso comune” A.Manzoni.

 

STRESS-ALIMENTAZIONE, MICROBIOMA E DISBIOSI – Negli ultimi decenni la ricerca microbica ci ha rivelato l’importanza, per la salute umana, della relazione tra psiche e microbioma, e gli studi epidemiologici suggeriscono che una ridotta diversità complessiva del microbioma, in condizioni di stress, è associata a disturbi del comportamento e ad alterazioni della risposta immune.

L’alterazione di questo delicato equilibrio è chiamata disbiosi, inquadrabile come una vera e propria condizione di malattia del soggetto che ne risulta affetto. Da un punto di vista biochimico, osserviamo una marcata riduzione degli acidi grassi a catena corta (SCFA) con danno alla barriera intestinale e distrazione del sistema immunitario nella difesa dagli agenti patogeni. Accade che diminuiscono i bifidobatteri e aumentano altre specie batteriche, specialmente nel colon, con un aumento di LPS. Questa combinazione, si ritiene, promuova una sempre maggiore permeabilità intestinale portando ad aumentare in modo considerevole i livelli plasmatici di LPS. Di fatto, i recettori dell’immunità innata (TLRs), direttamente coinvolti dagli LPS, con il tempo, portano ad una alterazione della capacità di una risposta efficace di controllo da parte del Sistema Immunitario, e ad un conseguente innesco di un processo infiammatorio, sia locale che sistemico (inflammaging).

In sintesi, possiamo dire che, specie attraverso l’interazione con il TLR 4 posto sulle cellule mononucleari (Linfociti, Monociti), gli LPS derivanti dal microbiota possono costituire una scintilla nello sviluppo dell’infiammazione e delle patologie metaboliche. Non è possibile continuare a sottostimare, come invece viene ostinatamente fatto per le più svariate ragioni, l’impatto negativo sul microbiota e sul Sistema Immunitario provocato dallo stile alimentare occidentale, tanto alto dal punto di vista energetico (a causa del Carico Glicemico e proteico medio dei pasti) quanto povero di nutrienti.

Questa alimentazione, altamente acidificante, altera il rapporto batterico aerobico-anaerobico e, quindi, la capacità funzionale del microbioma. Per recuperare l’equilibrio acido-basico nel lume dell’apparato gastroenterico, prima, e dell’intero organismo, poi, è necessario intervenire con l’assunzione di estratti vegetali ricchi in fibre prebiotiche (Glucani, Xylani, F.O.S, G.O.S) e all’occorrenza con supplementi minerali o miscele carbonati-bicarbonati alcalinizzanti da diluire in acqua o bevande da assumere a stomaco pieno. Emerge, quindi, la necessità per mantenere in equilibrio il microbiota assumere alimenti crudi, cibi fermentati, fibre e adottare modelli nutrizionali mediterranei ricchi in Polifenoli (Olive e Olio Extravergine) e Omega 3 (pesce di piccola taglia), così come è avvenuto nei trascorsi millenni, e che hanno dato un rilevante contributo ambientale al benessere del Sistema-Uomo e anche di quello Immunitario.

In conclusione la dieta più sana per mantenere in equilibro il microbiota è la nostra Dieta Mediterranea, con grano Italiano e olio mediterraneo possibilmente da agricoltura biologica e biodinamica e, soprattutto, senza glifosato. La Dieta Mediterranea è uno stile di vita più che un semplice elenco di alimenti. Alla base della piramide ci sono tante verdure, un po’ di frutta e cereali a chicco. Salendo, troviamo il latte e i derivati a basso contenuto di grassi (come lo yogurt) contemplati in 1 porzione da 125ml per 5 giorni settimanali. L’olio extravergine di oliva da consumare a crudo senza esagerare (3-4 cucchiai al giorno), assieme ad aglio, cipolla, spezie ed erbe aromatiche, al posto del sale. Infine frutta a guscio e olive, in una o due porzioni da 30g. (Continua)

*Immunoallergologo