Coronavirus, un affare per l’usura
26 Aprile 2020Se non si potenziano i controlli e si mantiene alta la guardia, le mafie potrebbero sostituirsi allo Stato. A lanciare l’allarme è il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri.
Coronavirus e rischio usura per famiglie e imprenditori che in questo 2020 stanno facendo i conti con questo virus invisibile che ha stravolto la vita di non pochi italiani. In tanti sono stati costretti a chiudere attività e serrande per cercare di fronteggiare questo brutto male. In questo momento così delicato non è difficile incappare nella rete degli usurai, le cui attività sono presenti anche in penisola sorrentina, oasi apparente del territorio partenopeo. “Le mafie potrebbero sostituirsi allo Stato”, l’allarme del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, “è necessario garantire liquidità agli italiani”. Qualora gli aiuti legittimi tardino ad arrivare, si spalancano le porte della criminalità organizzata, la storia ce lo insegna. Nel nostro territorio, gli usurai sono definiti cravattari e rispecchiano un universo di corruzione e sopraffazione, quello degli affari della malavita, quello degli strozzini, la cui crescente richiesta di interessi spinge i debitori ad autodistruggersi fino a sprofondare nel più totale degrado: psicologico, morale ed economico. Per evitare di cadere nelle grinfie dei malavitosi, come le cronache locali registrano di frequente, è possibile rivolgersi alla fondazione antiusura “Exodus 94”, a Castellammare di Stabia, che garantisce anche un supporto psicologico ai malcapitati. “ Exodus 94” erogherà prestiti senza interessi proprio per evitare che il coronavirus possa ulteriormente aggravare una situazione di per sè già delicata e precaria. Per evitare che l’usura possa dilagare nei momenti di forte crisi sociali è necessario promuovere la cultura della legalità attraverso il supporto della scuola, delle agenzie educative e delle consulte comunali. La sinergia fra le Istituzioni rappresenta un punto di forza a scapito delle organizzazioni malavitose.