Correva l’anno dell’aviaria
6 Gennaio 2019Un solo caso, quasi certo ma in attesa di definitiva conferma, oltretutto di un paziente proveniente da un viaggio in Sud America, ma l’incubo aviaria ritorna.
Nel 2006 la Regione Campania, in affanno per quella che era diventata, a tutti gli effetti, una psicosi-aviaria, si vide costretta a dare vita ad una serie di iniziative, a carattere informativo e divulgativo, per provare a riportare la situazione di paura, generalizzata ed alimentata anche da false notizie, sui binari più tranquilli di una legittima apprensione che non aveva ragioni, però, per diventare panico.
Nacque allora da queste premesse e dalla collaborazione con la Facoltà di farmacia un piccolo opuscolo: “aviaria, non lasciarti influenzare” che nel sottotitolo recava il significativo messaggio: “l’informazione e la prevenzione sono più efficaci di ogni possibile terapia”
Vi si poteva leggere, fra l’altro, che “il virus circola normalmente fra gli uccelli selvatici e solo occasionalmente può colpire volatili di allevamento, causando molto spesso una malattia in forma grave ed anche la morte dell’animale colpito. Questa si trasmette da animale ad animale, principalmente attraverso feci ed altri materiali organici. Solo in condizioni particolari può colpire anche altre specie ed eccezionalmente l’uomo. La trasmissione da animale a uomo può avvenire solo per contatto diretto e prolungato con animali infetti. Il virus non si trasmette pertanto con il consumo di carni o uova cotte”.