Corsi di “recupero” per manager sanitari
2 Maggio 2019Sono 64 gli aspiranti direttori generali campani che “torneranno a scuola” per completare i titoli necessari per l’inserimento nell’apposito elenco nazionale.
Medici, infermieri, impiegati amministrativi e addetti stampa dell’istituto “Pascale” sono sotto choc per la sentenza del Tar Lazio che ha bocciato Attilio Bianchi, il direttore generale dell’importante istituto dei tumori. La sua poltrona, come quella di molti altri manager bocciati dal Tar Lazio perché privi del certificato di formazione manageriale, è andata in fumo come in un film di fantascienza.
La Regione sa tutto. C’è anzi da credere che immaginasse da tempo la possibile bocciatura del manager salernitano. Per questo, muovendosi con silenziosa destrezza, ha messo a segno un paio di brillanti iniziative. Nella commissione che dovrà valutare a livello nazionale i titoli dei candidati che chiedono di partecipare agli avvisi pubblici per il conferimento dell’incarico di direttore generale delle Aziende e degli Enti del servizio sanitario regionale – su input della Conferenza Stato-Regioni e parere favorevole del Governo – c’è ora anche Antonio Postiglione.
Persona di primo piano nello staff sanitario della Regione Campania, benvoluto e stimato dal governatore De Luca. Alla commissione spetterà il compito di valutare le pratiche indispensabili per essere inseriti nell’elenco nazionale degli aspiranti direttori generali. L’elenco dovrà essere rivisto e aggiornato tra luglio e settembre. E molto probabilmente fra gli idonei ricomparirà di nuovo Attilio Antonio Montano Bianchi, fino al primo maggio direttore generale del “Pascale”.
La seconda iniziativa della Regione è stata quella di intensificare i contatti con il Formez pa, con il Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Federico II (diretto dalla professoressa Maria Triassi) e con l’Università di Salerno che ha un Centro Interdipartimentale per la ricerca in Diritto, Economia e Management della Pubblica amministrazione. Organizziamo, ma subito subito – devono aver pensato ed attuato i collaboratori del governatore De Luca – una sorta di corso di recupero. In un baleno ecco l’avviso su internet e un termine-lampo per l’iscrizione con domande da presentare addirittura entro le ore 13 di lunedì 22 aprile. E non fa niente se quello è proprio il lunedì di Pasquetta. Costo 2.600 euro, lezioni teoriche per 132 ore (33 giornate) e sul campo 36 ore (9 giornate).
Non è stato un successo, ma addirittura un entusiasmante trionfo organizzativo perché il Formez a iscrizioni chiuse ha già due classi, ognuna con 32 iscritti per partecipare al corso per manager. La prima classe andrà in aula dal 10 maggio al 29 giugno; la seconda classe viene spostata al dopo ferie, con lezioni che cominciano il 20 settembre e si concluderanno il 15 ottobre.
Stando alla sentenza del Tar ed a meno di improbabili colpi di scena, per allora dovrebbe sicuramente aver lasciato il Pascale Attilio Bianchi e forse, anche per questo, avere tempo da dedicare al corso che gli consentirebbe di ottenere il certificato di formazione manageriale: siederà nei banchi della prima classe, quella che dopo il 29 giugno rilascerà i certificati di formazione manageriale che gli mancavano. Si aggiornerà quindi l’elenco e stavolta Attilio Bianchi non avrebbe problemi, perché la Regione Campania dovrebbe solo prendere atto della completezza dei suoi titoli. Discorso sereno sulla carta, ma che potrebbe essere turbato dalle continue scintille tra il governatore De Luca ed i 5 Stelle che da tempo insistono per il commissariamento della sanità campana. Aspettiamo per capire se in cabina di regìa ci sarà De Luca o un commissario.
Questo corso è proprio interessante, ricco di bei nomi. Insieme con Attilio Bianchi siederà in aula Maria Corvino ex direttrice sanitaria del Loreto Mare, ora direttrice sanitaria degli ospedali Incurabili e del Pellegrini; accanto a lei un’altra donna ben conosciuta dagli addetti ai lavori: è Antonella Guida dirigente di primo piano della sanità regionale. Torna in campo la famiglia Muto con il dottore Paolo, primario di radioterapia nel Pascale, che spera di ripercorrere la carriera dello zio Luigi, a suo tempo direttore generale del Policlinico Vanvitelli e dell’ospedale Sant’Anna di Caserta.
Fra i direttori sanitari c’è poi Giuseppe Russo, direttore dell’ospedale del Mare che lavorerà con Antonio Sciambra, epatologo e direttore sanitario di Villa Betania a Ponticelli. Molte donne anche nel corso settembrino, ma dei trentadue partecipanti ce n’è un cognome che spicca sugli altri, quello di Emilio Montemarano. Sì, proprio lui, il figlio di Angelo, conoscitore e protagonista per anni della Sanità campana. Il padre di Emilio è stato direttore sanitario di alcuni ospedali, direttore sanitario e direttore generale dell’Asl Napoli 1, assessore alla Sanità. Ha chiuso la carriera da direttore generale della Arsan, azienda sanitaria regionale eliminata da Vincenzo De Luca subito dopo il suo insediamento alla guida della Giunta – forse per alcune “frizioni” proprio con Angelo Montemarano che con Costantino Mazzeo fu l’ideatore dell’Ospedale del Mare.