Cos’è e come si manifesta il Long Covid
18 Ottobre 2021L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato per la prima volta una definizione di long Covid, in modo da poter offrire maggiore chiarezza su uno degli aspetti finora più sfuggenti della pandemia da Sars-CoV-2. La maggior parte delle persone che contraggono il Covid-19 soffre di sintomi comuni, quali tosse persistente, febbre e mancanza di respiro, e si riprende in pochi giorni o settimane. Tuttavia, per alcuni, i sintomi possono durare molto più a lungo. L’Oms ha stimato che dal 10% al 20% dei pazienti che contraggono Covid-19 manifesti sintomi persistenti per mesi dopo l’infezione, che possono includere affaticamento, mancanza di respiro, annebbiamento del cervello e depressione.
I ricercatori affermano che la situazione è decisamente preoccupante per la sanità pubblica, dato l’impatto sostanziale che ha sulla società, che va dall’aumento dei costi sanitari alle perdite economiche e di produttività. Ad oggi, non esiste un trattamento provato o una guida riabilitativa per chi è affetto da long Covid, anche se questa sindrome influenza il funzionamento quotidiano delle persone e la loro capacità di lavorare. L’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite si riferisce al long Covid come “condizione post Covid-19”, e inserirà questa dicitura nella Classificazione internazionale delle malattie. «La condizione post Covid-19 si verifica in individui con una storia di infezione da Sars-CoV-2 probabile o confermata, di solito a tre mesi dall’insorgenza di Covid-19, con sintomi che durano da almeno due mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa» spiegano gli esperti dell’Oms.
Secondo il documento, i sintomi più comuni includono affaticamento, mancanza di respiro, disfunzione cognitiva, oltre ad altri sintomi minori, ma che hanno un impatto sulla funzionalità quotidiana. Gli esperti sottolineano che i sintomi possono essere di nuova insorgenza, e quindi essersi presentati dopo il recupero iniziale da un episodio acuto di Covid-19, oppure possono essere direttamente persistenti dalla malattia iniziale, e possono anche variare o essere ricorrenti nel tempo. Gli autori, tra l’altro, ricordano che potrebbe essere necessario utilizzare una definizione differente per i pazienti pediatrici.
Non è stato facile per il team dell’agenzia raggiungere un consenso sulla definizione, secondo quanto afferma Mike Ryan, direttore esecutivo del programma di emergenza sanitaria dell’Oms. «All’interno di tutta l’Oms, questo è stato un grosso problema. Dobbiamo rimanere vigili, questa pandemia non è finita e continua a causare malattie, continua a causare morte, ma continua anche a causare conseguenze a lungo termine per le persone di tutto il mondo». Gli esperti concordano sul fatto che avere una definizione di long Covid rappresenti un grande passo avanti, ma sono consapevoli che, dato che la comprensione di questa patologia si sta evolvendo, anche questa definizione dovrà cambiare nel tempo.
Fonte: DoctorNews33