Covid-19, ecco come gestire le sequele cardiovascolari
4 Aprile 2022L’American College of Cardiology ha pubblicato un documento sulla valutazione e la gestione degli adulti che in seguito all’infezione da SARS-CoV-2 sono colpiti da sequele cardiovascolari.
In particolare, l’expert consensus decision pathway, pubblicato su Journal of the American College of Cardiology, affronta le miocarditi e altre tipologie di anomalie miocardiche, le sequele post-acute dell’infezione (PASC dall’inglese Post-Acute Sequelae of SARS-CoV-2) e il ritorno allo sport. Come ha spiegato uno degli esperti coinvolti, Ty Gluckman, la definizione del miglior metodo per diagnosticare e trattare le miocarditi e il long COVID è in continua evoluzione. «Questo documento cerca di fornire raccomandazioni chiave sul come valutare e gestire gli adulti con queste condizioni, includendo una guida per un ritorno sicuro all’attività per gli atleti agonisti e non agonisti» ha affermato. Nel testo si affrontano i diversi aspetti, compresi quelli epidemiologici, delle miocarditi e degli altri possibili coinvolgimenti a carico del miocardio, per poi passare alla loro valutazione e gestione.
Per gli esperti, gli individui che a seguito del COVID-19 presentano miocardite devono essere sottoposti a una gestione proattiva. Si raccomanda il ricovero in ospedale dei pazienti con miocardite lieve o moderata. L’ideale, se la miocardite è grave, è rappresentato da un centro per l’insufficienza cardiaca avanzata. Si discute poi anche delle miocarditi che emergono dopo la vaccinazione con un vaccino a mRNA, che vanno diagnosticate e trattate come quelle da infezione. Per quanto riguarda il PASC, noto come long COVID, gli esperti propongono, nel caso di sintomi cardiovascolari, due termini distinti: PASC-CVD (PASC-Cardiovascular Disease), in riferimento a quelle condizioni cardiovascolari che si presentano almeno 4 settimane dopo l’infezione, e PASC-CVS (PASC-Cardiovascular Syndrome). «Il PASC-CVS è un disturbo eterogeneo che include svariati sintomi cardiovascolari, senza evidenza oggettiva di malattia cardiovascolare utilizzando test diagnostici standard» si legge nel testo. Si riportano tutta una serie di esami da effettuare, si discute sui possibili esercizi per i pazienti con tachicardia e intolleranza all’esercizio e sulla possibilità, da valutare caso per caso, di ricorrere a trattamenti farmacologici o altri interventi.
Infine, gli esperti si concentrano sulla ripresa dello sport per gli atleti agonisti, fornendo una serie di raccomandazioni specifiche sia per le persone con sintomi cardiopolmonari o nei quali è stata individuata una miocardite, sia per chi in seguito all’infezione non ha sintomi o ne presenta di lievi o moderati.