Covid-19, i sindacati contro Iss e Protezione civile
16 Marzo 2020Dura presa di posizione dei sindacati medici contro i rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità e il numero uno della Protezione Civile che diventa oggetto di un duro comunicato.
Dure le accuse delle segreterie di autorevoli organismi sindacali dei sanitari da giorni in prima fila per rallentare l’avanzata della pandemia da Covid-19. Proprio nel momento in cui l’unione dovrebbe essere totale fra tutti i cittadini italiani i rappresentanti di Aaroi Emac, Anaao Assomed, Cimo Fesmed. Cisl Medici, Fassid (AipaCaupi, Simet, Sinafo, Snr), Fimmg, Fimp, Fp Cgil, Medici e dirigenti sanitari, Fvm Federazione veterinari e medici, Smi, Snami, Sumai Assoprof, Uil Fpl Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria sanitaria hanno sottoscritto una dura nota di protesta nei confronti dell’Istituto Superiore di Sanità e del capo della Protezione Civile nazionale.
“Siamo offesi, delusi e stanchi, dopo aver sentito, in conferenza stampa, le parole del dottore Fortunato Paolo D’Ancona, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, arrivare ad affermare che non si sa se il personale sanitario sia stato contagiato “professionalmente oppure al di fuori del luogo di lavoro”, parole non immediatamente smentite dal capo della Protezione Civile, Borrelli, che sa benissimo quanti, di che tipo e a chi ha consegnato i dispositivi di protezione individuale.
Sono giorni in cui medici, infermieri e gli operatori sanitari sono in prima linea nella battaglia contro il Covid -19 e per giunta senza o con inadeguati dispositivi di protezione individuale, considerati necessari, per non rischiare la loro vita e quella dei loro pazienti, ed in alcuni casi purtroppo perdendola la vita, senza per questo tirarsi mai indietro nonostante le palesi negligenze e mancanze organizzativo-gestionali, visibili sia a livello nazionale, regionale e aziendale, che stanno dimostrando una filiera di comando piena di vulnerabilità e di iniquità scaricata solo sul Servizio Sanitario Nazionale.
A questo punto non si può che invitare – da un lato – il dottore D’Ancona a dimettersi e ritornare a fare il medico vero, quello che gli ammalati li cura non li conta con il pallottoliere, e quindi invitarlo presso gli studi dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, presso i poliambulatori delle Asl e presso gli ospedali pieni di pazienti Covis-19, o sospetti tali, ad aiutarci a visitare e curare i cittadini malati con i dispositivi di protezione individuale “invisibili” forniti sinora e a mani nude. Noi medici, però, siamo contagiati oggi, almeno positivamente, dalla “gratitudine “dei cittadini che ringraziamo per il flash mob di sabato, che ci da la forza di continuare in questa battaglia non facile, così facendo ci hanno fatto capire che sono loro la “Repubblica” di cui parla l’articolo 32 della nostra Costituzione, non certo quelli come il dottore.
D’Ancona e quelli come lui, su cui non contiamo più, ne vogliamo più che contino per noi e per i nostri assistiti. Solo garantendo la salute agli operatori sanitari tutti, con i fatti e non con le parole, avremo la speranza di poter salvare la popolazione e ricordiamo infine che questa era la prima raccomandazione fatta dall’OMS ed è stata, ad oggi, proprio nelle azioni di questi soggetti completamente disattesa”.