Covid-19, il duro prezzo pagato dagli adolescenti (II parte)
3 Luglio 2020Covid-19: Quarantena e isolamento, in agguato disturbi mentali e da stress, alto il rischio tra gli adolescenti. I consigli dell’adolescentologo Carlo Alfaro.
Il Coronavirus, nemico invisibile che ha stravolto la vita della intera umanità sta generando il sorgere di non pochi problemi nella quotidianità dell’individuo. Tralasciando le difficoltà economiche, di non poco conto, ci concentriamo con il dottore Carlo Alfaro, pediatra, nonché adolescentologo, sulle difficoltà che si stanno palesando tra gli adolescenti e sui correttivi da considerare per fronteggiare le problematiche da Coronavirus.
Chiediamo al dottore Alfaro se i disturbi emersi tra gli adolescenti come la paura di uscire, l’insonnia, gli attacchi di panico, il senso di smarrimento… sono problemi transitori. Il dottore Alfaro, con la gentilezza che lo contraddistingue, ci risponde “Non sempre”. “Qualche volta ci troviamo ad affrontare situazioni di stress slatentizzati, una patologia psichica sottostante che va riconosciuta ed inquadrata e curata, in questo caso ci vuole l’intervento di uno specialista”.
Che incidenza hanno avuto questi disturbi?
La Società italiana delle cure primarie pediatriche (Sicupp), attraverso una indagine sui suoi 2.000 iscritti, riporta che il 98% dei pediatri di famiglia segnala un aumento di comportamenti problematici nei propri assistiti, che nel 20% dei casi è visibile in tutte le età, nel restante 80% solo in preadolescenti e adolescenti.
Qual è la più grande lezione o insegnamento che gli adolescenti porteranno con sé alla fine di questo periodo?
Possono essere molti: comprendere ancora di più l’importanza degli amici reali e del contatto fisico, valutare il valore della possibilità di frequentare la scuola, apprezzare tutte le attività e libertà quotidiane che vengono date, tante volte, per scontate, essere consapevoli e responsabili della propria salute, rispettare la Natura perché di fronte alla sua ribellione se violata l’uomo non può nulla, aver sperimentato nuove attitudini, passioni o abilità.
E come ne è uscito il rapporto genitori-figli adolescenti?
Se c’erano delle criticità, queste sono emerse con prepotenza, amplificate dalla condivisione, non per scelta, h 24, di spazi e cose, ma dalla crisi nasce sempre un’opportunità. Genitori e figli, nella clausura domiciliare coatta, si sono dovuti mettere in discussione, adeguare a nuovi equilibri, revisionare ruoli, posizioni, esigenze reciproche, ma questo può aver significato anche un ri-scoprirsi e sperimentare nuove forme di dialogo, comunicazione e anche condivisione, penso per esempio all’universo scuola nel quale per la prima volta i genitori hanno potuto entrare conoscendo facce, voci e comportamenti di docenti e compagni, e punti di forza e debolezza dei figli, come viceversa i figli sono entrati nel mondo del lavoro dei genitori impegnati nello smart-working.
Come i genitori possono gestire al meglio le problematiche dei loro figli adolescenti?
Come sempre, con l’empatia: mettendosi nei loro panni, per permettere loro di riconoscere e accettare anche i pensieri e le emozioni dolorose, la paura, la rabbia, la collera, la tristezza, senza lottarvi contro, evitarli o cercare di liberarsene o allontanarli, perché l’unico modo per superarli è attraversarli fino in fondo. Per ogni singolo caso va fatto un bilancio risorse/fragilità per potenziare le prime e supportare le seconde. La chiave di tutto è il dialogo: se nelle relazioni ci si capisce, lo stress e la tensione automaticamente si abbassano. È inutile agire sul comportamento, bisogna intervenire sul disagio che ne è alla radice. E’ importante anche che i genitori riconoscano la difficoltà di un giovane di guardare al futuro con l’entusiasmo e la curiosità propri dell’età in un momento dominato da paura e insicurezza. Una indicazione utile è aiutarli a tornare alla routine e alla socialità dal vivo impegnando costruttivamente il tempo. È fondamentale infine che i genitori risolvano per primi le loro ansie nei confronti del Covid-19. Come ha infatti messo in evidenza una ricerca dell’Istituto “Gaslini” di Genova, il livello di gravità dei comportamenti disfunzionali da lokdown dei bambini/ragazzi correla in maniera statisticamente significativa con il grado di malessere e stress dei genitori.