Covid-19, l’aiuto dalla sanità privata?
21 Marzo 2020L’Associazione dell’ospedalità privata offre alla Regione la disponibilità di 3000 posi letto di medicina, chirurgia e riabilitazione per pazienti non contagiati dal virus.
L’aiuto agli ospedali in fortissima difficoltà per la pandemia da Coronavirus arriva dalle case di cura pronte a mettere a disposizione della Regione tremila posti letto. “Dopo una serie di confronti telematici con i consiglieri dell’Aiop (Associazione italiana dell’ospedalità privata) e con i dirigenti delle singole strutture Sergio Crispino, presidente regionale dell’Associazione, ha pronta una mappa delle strutture private pronte a collaborare con la Regione per sfoltire il super afflusso che si registra negli ospedali”.
Da poco meno di un mese i massimi dirigenti dell’Aiop, tenuti inspiegabilmente fuori dalla task force regionale che si occupa del Covid-19, segue con attenzione tutti gli sviluppi della grave emergenza sanitaria che ha scatenato una pandemia mondiale. “Dal 24 febbraio ogni due giorni scriviamo al presidente della Regione e al Prefetto per sollecitare la loro attenzione su diversi problemi. Abbiamo per esempio chiesto per i dipendenti e i frequentatori delle case di cura presidi sanitari individuali proponendo in ogni comunicazione la piena collaborazione della nostra categoria. Utilizzando una chat telematica, insieme con i consiglieri Aiop ho contattato i dirigenti delle singole strutture: sono ora autorizzato a mettere a disposizione della Regione tremila posti letto di medicina, chirurgia e riabilitazione per pazienti non contagiati dal Covid-19”.
Una proposta che, a prima vista, potrebbe essere scambiata come un’offerta per defilarsi dall’attuale emergenza sanitaria. Perfino il professore Giulio Tarro, virologo ottantenne ma in piena attività e famoso per aver diretto alla grande per anni la virologia dell’ospedale Cotugno, sollecita il coinvolgimento delle case di cura per alleggerire il lavoro dei colleghi ospedalieri. L’Aiop lo ringrazia. “Tende e ospedali da campo allestiti nei pressi delle strutture sanitarie pubbliche sono utili, utilissimi per il triage dei pazienti che temono di essere contagiati dal coronavirus: prima di conoscere l’esito del tampone è opportuno tenere queste persone fuori dalle strutture sanitarie. Le nostre case di cura – ricorda il presidente Sergio Crispino – non hanno reparti di virologia e quasi nessuna ha centri di rianimazione. L’Aiop campana sii dichiara disponibile a mettere a disposizione della rete assistenziale regionale tremila posti letto per chi ha problemi medici, chirurgici o di riabilitazione. Si tratterebbe di posti letto No-covid. Gli ospedali di Asl, aziende ospedaliere e universitarie possono intanto liberare i loro reparti e allargare la propria disponibilità per i pazienti contagiati dal coronavirus. Da poco il Loreto Mare ha attivato un reparto di terapia intensiva per pazienti Covid, immagino che quei posti letto sono tutti già occupati”.
La pandemia che sta colpendo il mondo intero non blocca le patologie che normalmente colpiscono i cittadini. Al momento un infarto, un ictus, un blocco intestinale crea nuovi problemi a ospedali già in difficoltà. “Possiamo supportare queste strutture: il Cardarelli, per esempio – ricorda il presidente regionale dell’Aiop – sta svuotando due edifici, si trasferiscono personale e ricoverati per dedicare quelle strutture a pazienti contagiati dal Covid. I posti letto che in maniera serena e collaborativa siamo pronti a mettere a disposizione della Regione consentirebbero agli ospedali di dedicare i propri reparti ai contagiati dal coronavirus mentre gli altri malati potrebbero essere assistiti e curati nelle nostre strutture”.
Sono continui i proclami del governatore Enzo De Luca (i suoi spot su facebook hanno colpito anche Carlo Verdone che lo immagina come possibile attore in un suo film) mentre su Whathapp si registra un susseguirsi di “gag” sul presidente della giunta regionale. La Regione sta andando avanti a carro armato. Propone e impone la linea della rigidità ma non sbaglierebbe se decidesse di allargare al mondo del convenzionato assistenziale la task force composta in maggioranza dai rappresentanti dell’assistenza pubblica. L’assistenza, è bene ricordarlo, affanna: si entra in lista d’attesa per un tampone, si aspettano giorni per conoscerne la risposta; il 118 ha un’organizzazione traballante; gli ospedali sono strapieni; tutto il personale è stremato dal superlavoro. Perché tenere fuori dalle riunioni tecniche biologi e rappresentanti dei tecnici di laboratorio, dei radiologi e degli ecografisti che lavorano in tante strutture convenzionate dalla Regione? In tempi di emergenza serve l’aiuto di tutti.
Preparato il progetto pandemia Sergio Crispino, presidente regionale dell’Aiop, è in attesa di notizie: “La Regione, se vuole, può mettersi in contatto con noi. Può farlo prima o poi, io mi auguro che lo faccia prima anche perché siamo sul campo da sempre e crediamo di meritare attenzione e rispetto dalle istituzioni”.